Forze cosmiche controllano la vita sulla Terra


Nel 1999, degli astronomi si sono concentrati su una stella al centro della Via Lattea, hanno misurato precisamente quanto impiega il Sole a completare un’orbita (un anno galattico) della nostra galassia: 226 milioni di anni.
L’ultima volta che il Sole si è trovato in questo punto esatto della sua orbita galattica, i dinosauri dominavano il mondo. Si pensa che il Sistema Solare abbia completato circa 20-25 orbite nella sua vita o 0.0008 orbite dall’origine dell’essere umano.

Usando un sistema basato sul radiotelescopio che misura distanze celesti con una accuratezza di 500 volte superiore del Telescopio Spaziale Hubble, gli astronomi hanno tracciato il movimento della Via Lattea e hanno scoperto che il Sole e la sua famiglia di pianeti stavano orbitando attorno alla galassia a circa 135 miglia per secondo. Questo significa che servono circa 226 milioni di anni al Sistema Solare per orbitare attorno alla Via Lattea e segna il valore più preciso mai determinato su uno dei movimenti fondamentali della Terra e del suo Sole.

Il Sole si muove nella Via Lattea alla velocità di circa 486000 miglia per ora. Ogni oggetto nell’ Universo si muove distanziandosi dagli altri oggetti mentre l’ Universo si espande con accelerazione costante.
Il Sole è una fra le circa 100 miliardi di stelle nella Via Lattea, una di miliardi di galassie ordinarie nell’ Universo. La Via Lattea è una galassia a spirale, con braccia curve piene di stelle attorno al suo centro. Il Sistema Solare è a circa metà strada su una di queste braccia e si trova a circa 26.000 anni luce dal centro. Un anno luce è circa 6 trilioni di miglia.

Per la loro misurazione del Sistema Solare, gli astronomi hanno fissato Sagittario A, una stella scoperta circa due decenni fa per segnare il centro della Via Lattea. In un periodo di 10 giorni, hanno misurato l’apparente spostamento della stella rispetto allo sfondo di stelle distanti. L’apparente movimento di Sagittario A è minuscolo rispetto a quanto possa notare l’occhio umano. La misurazione supporta ulteriormente l’idea per cui il centro della Via Lattea contenga un buco nero supermassiccio, un oggetto molto più piccolo del nostro Sistema Solare, contenente un buco nero con una massa pari a 2.6 milioni di masse solari.

All’inizio dell’anno, un team di ricercatori dell’Università del Kansas ha fornito una spiegazione fuori dal mondo, per il fenomeno delle estinzioni di massa sulla Terra basata sul movimento delle stelle attraverso le galassie.
Ricercatori dell’Università della California, a Berkley, hanno scoperto che i fossili marini mostrano che la biodiversità aumenta e decresce secondo un ciclo di 62 milioni di anni. Almeno due delle grandi estinzioni di massa della Terra, la Permiana di 250 milioni di anni fa e l’Ordoviciana di circa 450 milioni di anni fa, corrispondono con i picchi di questo ciclo, cosa non spiegabile con la teoria evoluzionistica.


La nostra stella si muove verso il centro della Via Lattea e si allontana da esso e si muove anche su e giù attraverso il piano galattico. Un completo ciclo su e giù richiede 64 milioni di anni, un tempo sospettosamente vicino al ciclo di biodiversità della Terra.
I ricercatori hanno indipendentemente confermato il ciclo della biodiversità, quindi hanno proposto un nuovo meccanismo in cui la causa è il viaggio del Sole nella Galassia.
Non è un segreto che la Via Lattea venga tirata per gravità verso un massiccio gruppo di galassie, chiamato Cluster Virgo, posizionato a circa 50 milioni di anni luce di distanza.

Adrian Mellott e il suo collega Mikhail Medvedev, hanno speculato che col movimento della Via Lattea verso il Cluster Virgo, si genera un cosiddetto bow-shock davanti ad essa, similare a un’onda creata da un jet supersonico.
“Il nostro Sistema Solare ha un bow shock attorno e questo produce una buona quantità dei raggi cosmici che colpiscono la Terra. Perchè la galassia non dovrebbe avere un’onda shock?” dice Melott.

Il bow shock galattico è solo presente nel lato nord del piano galattico della Via Lattea, perchè questo è il lato davanti al Cluster Virgo mentre si muove attraverso lo spazio e produrrebbe un gas supercaldo e raggi cosmici dietro di esso, dice il ricercatore. Normalmente il campo magnetico della nostra galassia scherma il nostro Sistema Solare da questo “vento galattico”. Però ogni 64 milioni di anni il Sistema Solare viaggia sopra il piano galattico.

“Quando emergiamo fuori dal disco, abbiamo meno protezione e quindi siamo esposti a molti più raggi cosmici”, dice Melott.
L’incremento di esposizione ai raggi cosmici può avere un effetto diretto sugli organismi della Terra, secondo il paleontologo Bruce Lieberman. La radiazione porterebbe più frequenza nelle mutazioni genetiche degli organismi o interferirebbe con la loro capacità di riparazione del DNA. In questo modo il processo potrebbe portare a nuove specie e alla morte di altre.

I raggi cosmici sono anche associati con maggiore copertura di nuvole, che potrebbero raffreddare il pianeta bloccando più raggi del Sole. Interagiscono anche con le molecole nell’atmosfera per creare ossido di azoto, un gas che riduce lo strato di ozono del pianeta, che ci protegge dai raggi ultravioletti del Sole.
Richard Muller, uno dei fisici di Berkley che ha collaborato alla scoperta del ciclo, ha detto che Melott e i suoi colleghi hanno suggerito una spiegazione galattica plausibile per il ciclo della biodiversità.

Se studi futuri confermeranno il collegamento galassia-biodiversità, questo forzerebbe gli scienziati ad allargare le loro idee su cosa possa influenzare la vita sulla Terra. “Forse non sono solo il clima e gli eventi tettonici sulla Terra”, ha detto Lieberman. “Forse dobbiamo iniziare a pensare di più in merito all’ambiente extraterrestre”.
fonte-www.lbl.gov

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