Energia: si punta anche sui batteri
MILANO - Energia o cibo? La rivoluzione dei biocarburanti continua ad attirarsi molte critiche dal momento che la coltivazione intensiva di cereali per la produzione di energia ha fatto crescere a dismisura i prezzi di grano e mais per scopi alimentari. Diversi gruppi di ricerca stanno ora mettendo a puntosistemi alternativi, in grado di generare biocarburanti da sostanze solitamente considerate di scarto e tralasciando, quindi, quelle parti dei cereali (amido, chicchi) che restano fondamentali per l'alimentazione, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. ENERGIA DAI PIOPPI - La scommessa dei biocarburanti può ora fare affidamento su un nuovo alleato: batteri in grado di trasformare in etanolo la cellulosa presente nei residui del legno (segatura), negli scarti delle cartiere e della raccolta differenziata, o nelle parti non commestibili dei cereali (foglia, gambo, etc). In uno studio presentato all'ultimo Convegno dell'American Society for Microbiology, ricercatori dell'università del Wisconsin hanno illustrato una nuova tecnologia in grado di analizzare rapidamente gli alberi di pioppo per testare la loro capacità di rilasciare zuccheri. Su 1.300 alberi analizzati, molti esemplari si sono dimostrati facili da digerire da parte dei microrganismi. E' il caso dell'Anaerocellum, un batterio in grado di trasformare le biomasse da cellulosa in zuccheri e di fermentarle poi in acetato ed etanolo, con costi molto ridotti rispetto a quelli richiesti dalle attuali tecnologie. «Al momento è molto costoso trasformare le biomasse da cellulosa. Ed è per questo che ancora non disponiamo di un'industria sostenibile dei biocarburanti», ha sottolineato l'autore dello studio. LAPTOP AD IDROGENO - Non solo bioetanolo e biodiesel, comunque. Un altro fronte della ricerca guarda in direzione della produzione di idrogeno da fonti rinnovabili. Anche qui si fa ricorso ad un batterio (Rhodobacter sphaeroides) che si è dimostrato in grado di produrre idrogeno dalla cellulosa attraverso la fotosintesi. L'Università del Wisconsin ha già messo a punto una serie di «batterie microbiche» che, quando vengono esposte al sole, sono in grado di produrre l'energia necessaria per ricaricare un computer portatile.
Possono permettere lo sfruttamento degli scarti delle biomasse di cellulosa
Posted in: TECNOLOGIA on giovedì 21 maggio 2009 at alle 11:53