Casi classici aeronautici: il caso Chiles-Whitted del 1948


Inauguriamo una nuova categoria, quella dei casi UFO classici. Casi del passato che hanno fatto la storia dell’Ufologia.Vi proponiamo, per primo ed in maniera sommaria un caso classico di avvistamento UFO, un caso solido visto che proviene da piloti di aerei, in questo caso civili. Ecco cosa diceva il mensile “Eco del mondo, luglio 1950, anno IV, n°47″:

Alle 2,45 di un mattino del luglio 1948 un DC.3 della Eastern Airlines, pilotato dal Comandante Clarence Shipe Chiles e dal secondo J.B. Whitted si trovava alla quota di 1500 metri, circa 30 chilometri a Sud-Ovest di Montgomery, Alabama, in rotta da Houston a New York. C’erano un notevole chiaro di luna e piccole nubi sparse sulla rotta. Erano stati preannunciati temporali, di cui i due piloti già sentivano le prime scariche nella cuffia. “Noi stavamo osservando proprio da quella parte”, dice il Comandante Chiles, “quando vedemmo sulla nostra destra e poco più in alto di noi, un chiarore; poco dopo esso prese l’aspetto di un lungo razzo, abbastanza lontano da noi. Poi diventò più grande e salì. Lo giudicammo lungo una trentina di metri, con una enorme fusoliera, grande circa tre volte quella di un B.29″.”E’ troppo grande per essere un razzo“, disse Whitted,” che razza di ordigno sarà?”.” Aveva due file di finestrini ed aveva tutto l’aspetto di una fusoliera a doppia parete. Le luci che vedevamo erano terribilmente bianche, come quelle di una fiamma a gas; erano le luci più bianche che avessi mai visto. La sua prua si prolungava in una lunga e sottile antenna che gli dava l’aspetto di un ordigno radar comandato; ed anche il suo comportamento fece pensare ad un radar comando in quanto, quando fu più vicino a noi, si impennò rapidamente e scomparve in una rapida cabrata”. Entrambi i velivoli accostarono sulla propria sinistra. Quello misterioso passò circa 200 metri alla destra e sopra del velivolo di linea. “Poi, come se il pilota ci avesse visto e manovrasse per evitarci, dalla sua parte posteriore apparevero enormi vampate ed esso cabrò nelle nubi, mentre la sua scia scuoteva il nostro DC.3“. L’apparecchio, senza ali, sembrava avesse una cabina di pilotaggio nella parte anteriore della sua affusolata fusoliera. La cabina era illuminata molto intensamente, mentre la fusoliera aveva la luminosità di una fiamma al magnesio. “Non scorgemmo persone a bordo“, dice Chiles, “i fianchi della cabina apparivano luminescenti, di un bagliore intenso, violetto, che si estendeva da prua a poppa, ed aveva l’aspetto di una luce fluorescente. Gli scarichi avevano un color rosso-arancio, più chiaro vicino ai bordi esterni“. Tanto Chiles che Whitted erano concordi nello affermare che le fiamme degli scarichi si prolungavano per dieci-quindici metri dietro il velivolo e divennero più intense quando esso tirò su nelle nubi. La velocità stimata era di 1200/1500 Km/h. Subito dopo la scomparsa del velivolo misterioso Chiles lasciò i comandi a Whitted ed andò nella cabina dei passeggeri, per chiedere se nessuno avesse notato qualcosa. L’unico passegero che non dormiva disse di aver osservato una luce intensissima, che dapprima gli aveva fatto pensare ad un fulmine. Si rese conto che doveva trattarsi d’altro quando la vide procedere in linea retta e scomparire senza alcun tuono; notò anche che tale luce era molto più rossa di quella dei fulmini. Egli però non vide alcuna sagoma o contorno di aeroplano o di altro oggetto. La intensità della luce era tale che provocò un temporaneo abbagliamento ai due piloti, i quali dovettero accendere le luci in cabina per poter leggere gli strumenti.

Fin qui l’articolo del mensile “Eco del Mondo” del luglio 1950. Per completezza di articolo si può aggiungere che l’avvistamento è avvenuto il giorno 24 luglio 1948 e che la spiegazione dell’epoca fu che i piloti videro una “straordinaria meteora”. Tesi fornita dall’allora consulente scientifico del “Project Sign”, professor Joseph Allen Hynek.


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