Non è fantascienza : il Giappone pensa a spugne sottomarine per catturare Uranio.


Gli scienziati giapponesi stanno considerando l'ipotesi di costruire enormi campi sottomarini di spugne sintetiche per catturare l'uranio presente nell'acqua degli oceani. Se si riuscissero a costruire un numero sufficiente di questi campi, ogni impianto nucleare del Giappone potrebbe far rifornimento di carburante esclusivamente dall'acqua.

La posta in gioco è importante: i reattori giapponesi processano ogni anno 8 mila tonnellate di uranio radioattivo. Si stima che in tutti gli oceani del mondo ci siano all'incirca 4,5 miliardi di tonnellate di uranio, circa mille volte le riserve stimate nelle miniere di tutto il mondo. La concentrazione è molto bassa - solo 3,3 parti per miliardo - ma il progetto prevede che le spugne assorbano selettivamente questi livelli bassi di concentrazione.

Le spugne sono fatte di polietilene irradiato e sono state sviluppate da Masao Tanada della Japan Atomic Energy Agency che punta a raccogliere dalla corrente di Kuroshio che scorre a est delle isole del Giappone le 8.000 tonnellate di uranio che occorrono ogni anno.

"Al momento, il Giappone deve fare affidamento sulle importazioni di uranio dal Canada e dall'Australia, ma questa tecnologia potrebbe essere sviluppata commercialmente in soli 5 anni", ha detto Tanada. L'esperto ha proposto un progetto pilota che prevede la costruzione di un primo campo sottomarino di spugne in un'area di 400 miglia quadrate e dovrebbe assorbire tanto uranio da soddisfare un sesto del fabbisogno annuale del Giappone.

Con le attuali fonti d'uranio disponibili si stima che questa materia prima possa essere estratta tutta in soli 100 anni. Per questo il tempo è fondamentale nella ricerca di un'alternativa praticabile. "Altri paesi stanno conducendo ricerche simili - ha concluso Tamada - ma nessuno e' così avanti come noi". Con un valore di 720mila miliardi di dollari di uranio, l'uranio disciolto in mare potrebbe rivelarsi una gallina dalle uova d'oro per il Giappone.

fonte apcom - http://www.apcom.net

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