Trovata l'origine dei raggi cosmici galattici


Grazie allo studio dei resti di una stella esplosa nel 185 d.C. e registrata dagli astronomi cinesi nella prima documentazione nota di eventi astronomici di questo tipo

Grazie a un originale ricerca che ha utilizzato dati raccolti con ilVery Large Telescope dell'ESO e ilChandra X-ray Observatory della NASA, un gruppo di astronomi ha risolto un annoso mistero sugli acceleratori di particelle della Via Lattea. In un articolo ora pubblicato su "Science Express", viene dimostrato come i raggi cosmici provenienti dalla nostra galassia vengano accelerati in modo molto efficiente dai resti delle stelle esplose.

Già nel corso delle missioni Apollo gli astronauti riferirono di aver visto strani bagliori di luce, visibili anche a occhi chiusi. Da molto tempo si sa che tale fenomeno è dovuto ai raggi cosmici, un flusso di particelle molto energetiche provenienti dall'esterno del sistema solare che bombardano costantemente la Terra.

I raggi cosmici galattici provengono da sorgenti presenti all'interno della Via lattea e consistono essenzialmente di protoni che si muovono a velocità prossime a quella della luce. Si tratta perciò di particelle che vengono accelerate a energie superiori a quelle che saranno raggiungibili con il Large Hadron Collider del CERN.

"Si è creduto per lungo tempo che i super-acceleratori che producono questi raggi cosmici nella Via Lattea fossero gli involucri in espansione creati da stelle esplose, ma le nostre osservazioni rivelano la vera 'pistola fumante' all'origine del fenomeno”, ha commentato Eveline Helder dell'Astronomical Institute dell'Università di Utrecht, nei Paesi Bassi, e primo autore dello studio.

In quest'ultimo studio, i ricercatori hanno analizzato ciò che resta di una stella esplosa nel 185 d.C. e registrata dagli astronomi cinesi nella prima documentazione nota di eventi astronomici di questo tipo. L'oggetto, chiamato RCW 86, è localizzato a 8200 anni luce da noi nella costellazione del Compasso.

Utilizzando il Very Large Telescope, il gruppo ha misurato la temperatura del gas presente dietro l'onda d'urto creata dall'esplosione della stella, così come la velocità della stessa onda d'urto, grazie alle misurazioni effettuate con l'osservatorio Chandra circa tre anni fa. Tale velocità è risultata compresa tra 10 e 30 milioni di chilometri all'ora, pari all'1-3 per cento della velocità della luce.

La temperatura è invece risultata di circa 30 milioni di gradi, alta per gli standard attuali ma molto inferiore a quella attesa – circa mezzo miliardo di gradi - sulla base della velocità dell'onda d'urto.

Proprio questa “energia mancante” è quella che alimenta l'acceleratore di raggi cosmici.

"Quando una stella esplode in quella che chiamiamo supernova, gran parte dell' energia dell'esplosione viene utilizzata per accelerare alcune particelle a fino a energie estremamente elevate”, ha commentato la Helder. "L' energia utilizzata per l'accelerazione delle particelle è a spese del riscaldamento del gas, che perciò è molto più freddo di quanto previsto dalla teoria.”
fonte-lescienze.espresso.repubblica.it/

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