Ere glaciali e inclinazione dell'asse terrestre
Secondo i ricercatori, piccole variazioni dell’inclinazione dell’asse terrestre - fino a due gradi, nell’arco di centinaia di migliaia di anni – sono sufficienti a determinare le diverse ere glaciali succedutesi negli ultimi 2,5 milioni di anni, compreso il picco raggiunto circa 100.000 anni fa.
Quali sono i meccanismi che hanno governato l’alternanza di ere glaciali e periodi più caldi negli ultimi 2,5 milioni di anni? Dopo un dibattito scientifico durato decenni arriva ora uno studio che confermerebbe l’importanza delle variazioni della radiazione solare dovute a cambiamenti dell'inclinazione dell'asse della Terra.
Sull’ultimo numero della rivista “Science” un gruppo di ricercatori della Oregon State University sostiene infatti che, in base alle evidenze scientifiche, le variazioni della direzione dell’asse hanno determinato un picco nei livelli globali dei ghiacci circa 26.000 anni fa. Gli stessi ghiacci rimasero stabili per circa 7000 anni e cominciarono poi a fondersi 19.000 anni fa, portando così alla fine dell’ultima era glaciale.
La causa principale della fusione dei ghiacci sarebbe stata perciò l’aumento della radiazione solare e non i livelli atmosferici di biossido di carbonio o delle temperature oceaniche, come alcune ricerche avevano suggerito negli ultimi anni.
Per la loro analisi, i ricercatori hanno utilizzato i dati di circa 5000 misurazioni isotopiche relative a punti in cui erano presenti coltri glaciali, riuscendo con ciò a definire, con un alto livello di accuratezza, quando cominciarono a fondere.
I dati sono poi stati messi in relazione con i calcoli che ricostruiscono posizione dell’asse e condizioni di rotazione della Terra, causati dalle influenze gravitazionali di pianeti giganti come Giove o Saturno, fino ad alcuni milioni di anni fa.
Queste piccole variazioni dell’inclinazione dell’asse terrestre - fino a due gradi, nell’arco di centinaia di migliaia di anni – sono ritenute sufficienti a determinare le diverse ere glaciali succedutesi negli ultimi 2,5 milioni di anni, compreso il picco raggiunto circa 100.000 anni fa.
“È stata la radiazione solare a scatenare l’inizio della fusione dei ghiacci: ora è praticamente certo”, ha spiegato Peter Clark, professore di scienze della terra dell’OSU. "Vi furono anche cambiamenti nei livelli atmosferici di biossido di carbonio e della circolazione oceanica, ma ciò avvenne in seguito, amplificando solo un processo che era già in atto.”
Sull’ultimo numero della rivista “Science” un gruppo di ricercatori della Oregon State University sostiene infatti che, in base alle evidenze scientifiche, le variazioni della direzione dell’asse hanno determinato un picco nei livelli globali dei ghiacci circa 26.000 anni fa. Gli stessi ghiacci rimasero stabili per circa 7000 anni e cominciarono poi a fondersi 19.000 anni fa, portando così alla fine dell’ultima era glaciale.
La causa principale della fusione dei ghiacci sarebbe stata perciò l’aumento della radiazione solare e non i livelli atmosferici di biossido di carbonio o delle temperature oceaniche, come alcune ricerche avevano suggerito negli ultimi anni.
Per la loro analisi, i ricercatori hanno utilizzato i dati di circa 5000 misurazioni isotopiche relative a punti in cui erano presenti coltri glaciali, riuscendo con ciò a definire, con un alto livello di accuratezza, quando cominciarono a fondere.
I dati sono poi stati messi in relazione con i calcoli che ricostruiscono posizione dell’asse e condizioni di rotazione della Terra, causati dalle influenze gravitazionali di pianeti giganti come Giove o Saturno, fino ad alcuni milioni di anni fa.
Queste piccole variazioni dell’inclinazione dell’asse terrestre - fino a due gradi, nell’arco di centinaia di migliaia di anni – sono ritenute sufficienti a determinare le diverse ere glaciali succedutesi negli ultimi 2,5 milioni di anni, compreso il picco raggiunto circa 100.000 anni fa.
“È stata la radiazione solare a scatenare l’inizio della fusione dei ghiacci: ora è praticamente certo”, ha spiegato Peter Clark, professore di scienze della terra dell’OSU. "Vi furono anche cambiamenti nei livelli atmosferici di biossido di carbonio e della circolazione oceanica, ma ciò avvenne in seguito, amplificando solo un processo che era già in atto.”
lescienze.espresso.repubblica.it
Posted in: RICERCA, SCIENZA, SCIENZA DELLA TERRA on sabato 8 agosto 2009 at alle 04:51