Cinque opzioni per il futuro spaziale degli Stati Uniti

IL DOCUMENTO AUGUSTINE PRESENTATO ALLA CASA BIANCA

Cinque opzioni per il futuro
spaziale degli Stati Uniti

La Luna rimane centrale. ma non è l'unica possibilità. Entro ottobre Obama dovrà decidere

MILANO -
Il ritorno sulla Luna dell’America è possibile ma richiede parallelamente decisioni che cambiano un po’ la scena delle attività, con una maggior presenza dell’iniziativa privata. Questo in sintesi il messaggio che emerge dal documento che la Commissione Augustine ha elaborato negli ultimi mesi per delineare il futuro dell’esplorazione umana dello spazio da parte della Nasa. La commissione ha preparato una sintesi alla quale seguirà un corposo approfondimento che sarà consegnato alla Casa Bianca. Su questa base il presidente Barak Obama dovrà scegliere entro ottobre che cosa fare per il futuro.

LE POSSIBILITÀ - Il documento ora preparato contiene cinque opzioni possibili (c’era chi ne chiedeva di più ma il presidente Augustine ha ricordato giustamente che ciò avrebbe complicato di più le decisioni politiche) nelle quali la Luna rimane, sia pure con accenti diversi, strategica e quindi l’obiettivo da raggiungere. Due di queste non richiedono aumenti di bilancio rispetto ai 18 miliardi di dollari all’anno ora stanziati per la Nasa.

- Prima opzione: La Nasa continua il piano attuale con i due razzi Ares-I e Ares-V, il primo per lanciare la nuova capsula Orion e il secondo per il veicolo Altair con il quale sbarcare sulla Luna. In questo caso i finanziamenti per sostenere la stazione spaziale internazionale ISS cesserebbero nel 2015.
- Seconda opzione: sostenere la stazione fino al 2020 utilizzando vettori spaziali privati per portare a bordo gli equipaggi invece di Ares-I. La Nasa dovrebbe costruire una versione meno potente di Ares-V ma non ci sarebbero risorse per gli sbarchi lunari Per concretizzare le altre tre opzioni sarebbe necessario un aumento di bilancio di tre miliardi di dollari all’anno.
- Terza opzione : sostenere la stazione fino al 2015, continuare la costruzione di Ares-I ,V e Orion per sbarcare uomini sulla Luna intorno al 2025.
- Quarta opzione: supporto alla stazione fino al 2020 e i collegamenti con essa dovrebbero essere garantiti da lanciatori privati (quarta opzione). La Nasa costruirebbe un Ares-V meno potente oppure una versione derivata dallo Shuttle per effettuare le missioni lunari.
- Quinta opzione: Questa è stata chiamata «Flexible path» . Per i nuovi vettori spaziali si ipotizza una versione più leggera di Ares-V, un veicolo derivato dallo shuttle oppure una versione modificata dei lanciatori esistenti AtlasV e Delta IV. La stazione spaziale sarebbe mantenuta fino al 2020 e sarebbe servita da lanciatori privati.

RACCOMANDAZIONI - La Commissione Augustine esprime alcune raccomandazioni la prima delle quali è un invito ai privati a farsi avanti più decisamente per essere più protagonisti del futuro nel cosmo. Inoltre si suggerisce alla Nasa di trovare le risorse per mantenere la stazione almeno fino al 2020 per sfruttare l’investimento fin qui compiuto di circa un centinaio di miliardi di dollari. Importante è poi l’invito ad estendere maggiormente l’attività in collaborazione con altre nazioni al fine di ridurre gli investimenti necessari ma anche di studiare la possibilità di estendere l’uso dello shuttle fino al 2015 invece che mandarlo in pensione l’anno prossimo.

MARTE - E Marte? Il Pianeta Rosso rimane nella prospettiva futura ma nel documento si mantiene il transito attraverso la Luna come un passaggio obbligato (con un’opzione «lunga» o «corta» , come potremmo definirla) per collaudare i sistemi necessari. La scelta della Casa Bianca non sarà facile anche perché si sono già spesi otto miliardi di dollari da quanto il presidente Bush varava nel 2004 il piano Constellation per ritornare sulla Luna. E proprio in questa fase di ristrettezze economiche non si vorrà certo sprecare i dollari già consumati. Nelle pieghe del piano si raccolgono anche tutte le proposte, alcune interessanti e fantasiose ma oggi impraticabili per varie ragioni, come lo sbarco su un asteroide oppure il volo verso un punto lagrangiano a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra dove le forze gravitazionali si annullano. Qui qualcuno ha ipotizzato la costruzione di una stazione spaziale. Ma sono ipotesi di lavoro. In ottobre sapremo.

Giovanni Caprara corriere.it

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