Foreste nel Sahara
Ricoprire di foreste un deserto è un vecchio sogno dell'umanità che le attuali tecnologie di geoingegneria potrebbero trasformare in realtà. Con benefici importanti non solo per le comunità umane, ma anche per le sorti del clima per effetto dell'azione di contrasto che le biomasse vegetali esercitano nei confronti del riscaldamento globale attraverso l'assorbimento di carbonio. L'idea di lavorare a questo progetto - rilanciata sul sito web di Science - è di Leonard Ornstein, biologo del Mont Sinai School of Medicine di New York che l'ha messa a punto in collaborazione con ricercatori del Goddard Institute for Space Studies della Nasa. Nelle sue linee essenziali il progetto prevede di impiantare lungo le coste dell'Australia e del Nord Africa impianti per dissalare acqua di mare e portarla attraverso condotte nel cuore del Sahara e dei deserti australiani. Qui, con impianti di irrigazione a goccia, idonei a ridurre al minimo la quantità di acqua persa per evaporazione o infiltrazione nelle formazioni sabbiose, si verrebbero a creare le condizioni di vita per una serie di piante tropicali a rapida crescita e ad elevata resistenza al calore, come l'Eucalyptus Grandis. La copertura arborea favorirà a sua volta fenomeni di precipitazione che i ricercatori stimano possano con il tempo arrivare fino a 700-1.200 millimetri all'anno. Ma soprattutto, affermano, queste nuove foreste permetteranno di assorbire circa 8 miliardi di tonnellate di anidride carbonica all'anno, contribuendo così in misura davvero significativa a contrastare la progressione del Global Warming. Resta l'obiezione dell'elevato costo complessivo del questo progetto,calcolabile in 2.000 miliardi di dollari. Ma questa cifra - afferma Ornstein -che comunque non sarebbe superiore a quella necessaria a catturare e a neutralizzare un quantitativo equivalente di anidride carbonica con altre tecnologie, verrebbe impegnata per un progetto che include molti altri vantaggi sul piano ambientale, sociale ed economico. fonte apcom : http://www.apcom.net
Posted in: ENERGIA RINNOVABILE, ENERGIA SOLARE, FUTURO, NATURA, RICERCA on sabato 19 settembre 2009 at alle 05:10