L'elemento 115
Absit iniuria verbis
Di chi crede che la realtà sia quella che si vede (E. Montale)
In chimica gli elementi vengono classificati in uno schema ben preciso, il sistema periodico. Gli elementi collocati nella stessa fila del sistema periodico possiedono caratteristiche fisiche e chimiche affini. Recentemente alcuni ricercatori si sono concentrati sull’elemento 115, che si trova direttamente sotto il bismuto, metallo contrassegnato con il numero 83.(1) Finora l’elemento 115 non è stato scoperto, ma le ricerche e gli esperimenti continuano, poiché molti scienziati pensano che abbia effetti di schermatura gravitazionale, ossia ritengono possa contrastare la forza gravitazionale, una delle quattro forze fondamentali.(2) Gli elementi 114, 116 e 118, sono già stati prodotti in laboratorio per mezzo di acceleratori di particelle, tra il 1998 ed il 1999. Sono stati anche osservati, prima che rapidamente si decomponessero.(3) Sembra che si sia molto vicini alla produzione artificiale del “magico” elemento 115.
Se tale elemento dovesse essere un giorno ottenuto, si potrebbe cominciare a comprendere come mettere a punto delle tecnologie antigravitazionali o di schermatura della gravità esistente con l’ausilio di materiali idonei.
Già dalla fine degli anni ’80 del XX secolo, cominciarono a circolare voci nel mondo ufologico a proposito dell’elemento 115 che, secondo il controverso fisico statunitense Robert Scott Lazar, sarebbe l’elemento usato per la propulsione di astronavi di presunta origineextraterrestre. Tali velivoli sarebbero custoditi e studiati da équipes di scienziati nell’Area 51, la vasta zona militare segretissima ubicata in Nevada. Lazar è un cosiddetto rivelatore, una persona discussa dal passato un po’ torbido. Egli è considerato da alcuni un disinformatore, da altri un millantatore; alcuni, invece, credono che le sue rivelazioni siano plausibili. Nel 1989 Lazar dichiarò prima in forma anonima, con lo pseudonimo di Dennis, quindi con nome e cognome reali, di aver partecipato ad un progetto segreto di ricerca sui sistemi di propulsione di dischi alieni per identificare il tipo di combustibile impiegato. Come si può arguire dai disegni realizzati dallo stesso scienziato, gli apparati propulsivi dei visitatori si baserebbero, tra l'altro, su generatori di onde antigravitazionali alimentati dall’elemento 114 o 115.
I dati forniti da Lazar trovano quindi un’inopinata conferma nelle sperimentazioni più recenti, ma pure un addentellato nelle ipotesi del professor Marco Maurioni, dei ricercatori Melluni e Ferolla. Secondo Maurioni, “l' inversione assoluta di tempo è usata dagli U.F.O. per viaggiare più velocemente di quanto un essere umano possa immaginare. La linea del tempo è una linea retta, ma trovando il modo di piegarla e unendo gli estremi, il processo per oltrepassarla diviene teoricamente possibile. Il tutto dovrebbe avvenire, ricorrendo ad onde gravitazionali inverse, in grado di consentire ad osservatori fisici il ritorno al proprio passato. L'ambiente più vicino che possa essere usato per invertire il tempo… è la zona vicina ai buchi neri”.
L’umanità è ancora molto lontana dalla concreta applicazione di queste teorie, ma è evidente che è antidiluviano l’atteggiamento di certi “ricercatori”, anche in ambito ufologico, arroccati su meri pregiudizi nascosti dietro espressioni altisonanti e, sulla loro bocca, vuote, come “metodo scientifico”, “approccio logico-razionale”, “indagine strumentale”. Costoro, appartenenti, per lo più, al C.I.S.U. ed a minuscole ma petulanti organizzazioni di stanchi, sussiegosi epigoni, nel migliore dei casi, si avvalgono della logica aristotelica che, come è noto, sebbene proficua in molti settori, è del tutto inadeguata a spiegare fenomeni contraddittori della realtà subatomica (e non solo), dove, ad esempio, esistono particelle prive di massa o non-locali. Mi pare che questi investigatori siano stati indottrinati dagli esponenti del C.I.C.A.P., figure ancorate al Positivismo ottocentesco, con tutti i suoi pregi (pochi) ed i suoi innumeri limiti, ma usi a pontificare su qualsivoglia argomento con infinita protervia e capaci solo di negare tutto ciò che non cade sotto il campo limitatissimo dei loro sensi ottusi.
Lasciamo si trastullino con i loro sterili dogmi che li rendono tanto simili, non a caso, a quei “teologi” che, una volta, Angela e discepoli, anche se col viso imporporato per la vergogna, osavano criticare. Oggi, invece, saccenti sacerdoti e vaticanisti sono blanditi soprattutto dai custodi dello status quo "scientifico". Preconcetti “scientifici” e schemi religiosi sono spesso analoghi. Quando si dice: “ Dio li fa e poi li accoppia”. Speriamo che un giorno o l’altro Dio li accoppi.
(1) Il bismuto è un metallo lucente grigio-rossastro, duro e fragile, con spiccate proprietà diamagnetiche.
(2) Le altre sono la forza elettromagnetica, la forza nucleare forte e la forza nucleare debole.
(3) Nel centro nucleare Dubna, presso Mosca, il fisico nucleare Yuri Oganessian, di concerto con i colleghi statunitensi Ronald Lougheed e John Wild del Lawrence laboratory in California, riuscì a produrre il primo atomo dell’elemento 114. Era il dicembre del 1998. Il 9 giugno 1999 il fisico tedesco Victor Ninov, del Lawrence Berkeley national laboratory in California, ottenne un atomo dell’elemento 118.
Fonti:
Enciclopedia dell’astronomia e della cosmologia, a cura di John Gribbin, sotto la scheda I buchi neri
Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, sotto le voci bismuto e forza
G. Frozar, F. Bludorf, L’intelligenza in Rete nascosta nel DNA, Diegaro di Cesena, 2006
R. Malini, U.F.O. il dizionario enciclopedico, Firenze, Milano, 2003 sotto le voci Area 51, C.I.C.A.P., C.I.S.U., Lazar
P. Martinuz, L’uomo del mistero, 2006
M. Maurioni, Onde gravitazionali inverse: ecco la tecnologia U.F.O., 2006
Zret, La realtà, 2006
Id., Ne sarebbero CICAPaci?, 2005
Fonte:
Posted in: MISTERI on martedì 15 settembre 2009 at alle 07:07