Ricerca sui circuiti a eccitoni
La scorsa estate venne realizzato un circuito integrato basato su eccitoni in grado di funzionare a 1,5 gradi Kelvin, una temperatura inferiore a quella dello spazio profondo e raggiungibile solo in alcuni particolare laboratori di ricerca. Ora gli stessi ricercatori dell'Università della California a San Diego guidati da Leonid Butov riferiscono di aver ottenuto un circuito integrato simile che funziona però a 124 Kelvin, facilmente raggiungibile con l'uso di azoto liquido. "Il nostro obiettivo era quello di realizzare dispositivi efficienti basati su eccitoni che siano operativi a temperatura ambiente e possano sostituire dispositivi elettronici in cui è importante un'alta velocità d'interconnessione”, ha commentato Butov, primo autore dell'articolo di resoconto pubblicato sulla rivista "Nature Photonics". "Siamo ancora a uno stadio iniziale di sviluppo: solo di recente abbiamo dimostrato il principio di funzionamento di transistor basati su eccitoni e la ricerca è ancora in corso.” Gli eccitoni sono coppie di elettroni, carichi negativamente, e lacune, cariche positivamente, che possono essere creati dalla radiazione luminosa in un semiconduttore come l'arseniuro di gallio. Quando l'elettrone e la lacuna si ricombinano, l'eccitone decade e rilascia la sua energia come un lampo di luce. Il fatto che gli eccitoni possano essere convertiti in luce rende i dispositivi basati su di essi più veloci e più efficienti rispetto ai circuiti convenzionali con interfacce ottiche che utilizzano elettroni per il calcolo e devono convertirli in luce per l'utilizzazione nei dispositivi di comunicazione. "I nostri transistor elaborano i segnali utilizzando eccitoni, che come gli elettroni possono essere controllati con tensioni elettriche ma che, a differenza di questi, si trasformano in fotoni all'uscita del circuito”, ha spiegato Butov. "Questo accoppiamento diretto eccitoni/fotoni consente di collegare in modo molto conveniente la computazione alla comunicazione, a patto di risolvere, ovviamente, gli ostacoli tecnologici che ancora impediscono la diffusione di queste soluzioni”.
La nuova architettura permetterebbe di eliminare gli attuali tempi morti legati alla conversione dalla forma elettronica dell'informazione, usata nell'elaborazione, a quella fotonica della sua trasmissione
Posted in: RICERCA, SCIENZA on lunedì 28 settembre 2009 at alle 03:54