Ricostruita la storia genetica degli indiani
Le parentele genetiche di diversi gruppi di indiani indicano che essi, a eccezione degli abitanti delle Andamane, sono il frutto del mescolamento di due popolazioni ancestrali In uno studio pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Nature”, un gruppo internazionale di ricerca descrive la possibilità di sfruttare la moderna tecnologia di analisi genomica per studiare la storia antica dell’India, la seconda nazione più popolosa del mondo. Sebbene le sequenze genetiche di due qualunque popolazioni differiscano geneticamente per non più dello 0,1 per cento, questa piccola frazione del genoma è una ricca fonte di informazioni: per gettare una luce sulla variabilità genetica nel subcontinente indiano, il gruppo ha analizzato più di 500.000 marker genetici sui genomi di 132 soggetti di 25 gruppi diversi, in rappresentanza di 13 stati e sei famiglie linguistiche, sia delle caste più elevate sia di qulle più basse, nonché di differenti gruppi tribali. Le analisi hanno rivelato l'esistenza di due popolazioni ancestrali. "Differenti gruppi indiani hanno ereditato dal 40 all'80 per cento dei loro geni dalla cosiddetta popolazione ancestrale degli indiani del Nord, collegati con gli euroasiatici dell'ovest, mentre gli altri discendono dalla popolazione ancestrale degli indiani del Sud, che non sono imparentati con alcun gruppo al di fuori dell'India", ha spiegato David Reich, professore associato di genetica dell'Harvard Medical School e membro associato del Broad Institute. "Gli Andamanesi sono unici", ha concluso Nick Patterson, coautore dello studio "Comprendere la loro origine fornisce una finestra nella storia degli indiani ancestrali del Sud, relativamente a un periodo in cui, decine di migliaia di anni fa, si separarono dalle altre popolazioni euroasiatiche". "Il nostro progetto di campionare le tribù in via di estinzione delle isole Andamane ha avuto più successo di quanto si potesse sperare", ha aggiunto Lalji Singh, primo autore dello studio. "E' possibile a questo punto ipotizzare che gli abitanti di quelle isole siano gli unici sopravvissuti degli antichi colonizzatori dell'Asia meridionale".
La ricerca rivela che quasi tutti gli indiani moderni sono il risultato di due contributi genomici dovuti ad altrettante popolazioni ancestrali distinte. In seguito a questo antico mescolamento, molti gruppi hanno sperimentato periodi di isolamento genetico reciproco per altre migliaia di anni. Lo studio, che ha notevoli implicazioni sanitarie per gli indiani moderni, si è svolto presso il Centre for Cellular and Molecular Biology (CCMB) di Hyderabad, in India, in collaborazione con i ricercatori dell’Harvard Medical School, dell'Harvard School of Public Health e del Broad Institute di Harvard e del MIT.
Il risultato consente così di acquisire nuove conoscenze sull'origine dell'organizzazione sociale indiana, poiché quasi tutti i gruppi considerati, siano essi "tribù" o caste, sono il frutto del mescolamento delle due popolazioni originarie. Secondo Kumarasamy Thangaraj, ricercatore del CCMB di Hyderabad e coautore dello studio: "E' impossibile distinguere le caste dalle tribù utilizzando i dati genetici: ciò corrobora l'idea che le caste nacquero direttamente dall'organizzazione tribale della società indiana primigenia."
L'unica eccezione è la popolazione indigena delle Isole Andamane, che formano un arcipelago nell'Oceano indiano e contano attualmente solo poche centinaia di individui. Gli abitanti delle Andamane risultano essere imparentati filogeneticamente solo con gli indiani ancestrali del Sud.
Posted in: ANTROPOLOGIA, RICERCA on giovedì 24 settembre 2009 at alle 05:14