Salveremo il Pianeta col Bioengineering?
Specchi orbitanti per riflettere la luce del sole, giganti impianti di filtraggio dell’aria, fertilizzazione degli oceani: se fino a ieri simili progetti potevano sembrare ambiziose fantasie di scienziati, ora non appaiono più così improbabili. La Royal Society (una istituzione scientifica britannica) ha mostrato qualche timida apertura nei confronti di simili soluzioni in un rapporto appena pubblicato. DI COSA SI TRATTA? - Si tratta di geoengineering, ovvero manipolazione su grande scala dell’ambiente per influenzare il clima e contrastare il surriscaldamento del pianeta. CATTURARE LA CO2- I progetti più interessanti e plausibili sono, secondo la Royal Society, quelli che puntano a ridurre l’anidride carbonica già presente nell’atmosfera: riforestazione su ampia scala,costruzione di impianti di filtraggio e cattura della CO2, fertilizzazione degli oceani (un pò rischiosa), ovvero l'accrescere artificialmente con l’immissione di ferro la quantità di microalghe, capaci di immagazzinare il carbonio. RESPINGERE LA RADIAZIONE SOLARE - Gli scienziati UK prendono in considerazione anche sistemi più spregiudicati come l’iniezione di anidride solforosa nella stratosfera, che avrebbe l’effetto di respingere la radiazione solare raffreddando la temperatura: un’ipotesi avanzata qualche anno fa dal Nobel Paul Crutzen, ma allora accolta da scetticismo. O ancora, l’idea di lanciare nello spazio migliaia di specchi capaci di riflettere la luce del sole.Soluzioni che invece di concentrarsi sulla riduzione della CO2 puntano a interferire con la quantità di radiazione solare ricevuta dalla Terra. TAGLIARE LE EMISSIONI - Meglio comunque, per la Royal Society, concentrarsi sulla cattura del carbonio, riducendo alla fonte la quantità di CO2, attraverso il taglio dei gas serra. «C’è da augurarsi che gli obiettivi di riduzione delle emissioni dopo il 2012 spingeranno a un’azione più efficace», scrive il rapporto, riferendosi alla prossima conferenza Onu sul clima che si svolgerà a dicembre a Copenhagen, primo passo verso un nuovo trattato che rimpiazzi il protocollo di Kyoto. Al di là delle possibili soluzioni tecnologiche, resta infatti imperativo tagliare drasticamente la produzione di anidride carbonica. E farlo prima possibile. [corriere.it]
Posted in: ARCHITETTURA, NATURA, RICERCA, SCIENZA, TECNOLOGIA on venerdì 4 settembre 2009 at alle 01:23