la luce superfluida

Una luce capace di attraversare indisturbata un materiale potrebbe permettere non solo il trasporto dell’informazione ma anche la sua elaborazione

Dopo l’elio a bassa temperatura, un altro sistema fisico del tutto diverso ha manifestato in opportune conduzioni il fenomeno della superfluidità: la luce che attraversa un mezzo materiale.

È quanto ha stabilito una ricerca frutto della collaborazione tra Iacopo Carusotto, fisico sperimentale del centro BEC di INFM-CNR di Trento e il gruppo di fisici teorici diretto da Cristiano Ciuti all'Università di Paris 7.

A differenza delle radiazione ordinaria, che viene diffusa e rifratta nel passaggio nei mezzi trasparenti, quella prodotta in quest’ultima ricerca è caratterizzata da legami talmente forti tra i fotoni che complessivamente appare “scorrere” senza attrito e senza ostacoli, un po’ come fanno per l’appunto i superfluidi.

L’apparato che ha permesso la scoperta è costituito da un laser altamente stabile, i cui parametri possono essere controllati dagli sperimentatori, che incide su un bersaglio costituito da un materiale semiconduttore noto come arseniuro di gallio, che di solito degrada il fascio di luce incidente. In corrispondenza dei parametri previsti dai calcoli teorici, il laser ha attraversato il semiconduttore senza alcuna interferenza: un comportamento che non era mai stato osservato in precedenza.

«I comportamenti superfluidi hanno una straordinaria importanza teorica e pratica: basti pensare ai magneti a superconduttore che sono alla base dell’acceleratore LHC di Ginevra", ha spiegato Carusotto, coautore dell'articolo apparso su "Nature Physics". E così per la luce superfluida si possono già prevedere applicazioni brillanti: una luce capace di attraversare indisturbata un materiale può portare a enormi benefici nello sviluppo delle fibre ottiche. E potrebbe permettere non solo il trasporto dell’informazione, come attualmente accade, ma anche la sua elaborazione: enormi quantità di dati potrebbero essere trattate in via ottica da chip ottico-elettronici, a velocità impossibili per l’elettronica attuale. Nuovi chip velocissimi, ma capaci anche di risparmiare molta energia rispetto agli attuali. Un risparmio piccolo in proporzione, ma enorme se si pensa che ogni giorno sono miliardi i chip utilizzati al mondo, tra computer, telefoni, televisori e automobili”

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