Televisori sempre più "Verdi" e in 3D
Si è aperto a Tokyo, in Giappone, il Ceatec. I produttori di tv concordi: apparecchi sempre meno inquinanti per costruire la "rivoluzione verde". Con un occhio di riguardo alle esigenze di Hollywooddi JAIME D'ALESSANDRO
Sogno molto giapponese. Qui al tema ambientale ormai sono molto sensibili dopo aver cementificato per anni l'intero Paese, di un mondo migliore perché verde. Fatto di frigoriferi che consumano poco o nulla, di lampadine gestite da sensori che si spengono quando andiamo via, di condizionatori prendono energia da pannelli solari montati sul tetto. Zero emissioni, zero impatto ambientale. Eppure camminando fra i padiglioni del Makuhari Messe, struttura fieristica che ospita il Ceatc, quel che ovviamente si vede sono decine e decine di nuovi schermi che, nelle intenzioni di chi li produce, dovrebbero rimpiazzare quelli che abbiamo comprato da appena qualche anno.
La Toshiba invece punta sulla sua Cell Tv, mostrata lo scorso anno come prototipo e che nei negozi di Tokyo arriverà entro dicembre. Un televisore da 55 pollici da un milione di yen, che sono quasi ottomila euro. Come mai così caro? Perché ha al suo interno un computer gestito dal processore Cell, lo stesso montato sulla PlayStation 3 della Sony, e hard disk da tre terabyte. Abbastanza spazio da poter registrare in contemporanea otto canali televisivi in alta definizione per oltre trenta ore. Ed è solo una delle tante cose che può fare. Con una potenza di calcolo simile, cercare video sul Web, elaborarli, ordinarli e aumentare la definizione a posteriori diventa un'operazione da pochi millesimi di secondo.
Insomma, forse per la spinta delle major hollywoodiane il 3D sotto sotto sembra quasi un passaggio obbligato nel quale però non tutti credono nella stessa misura. Dunque si lavora anche su altri fronti cominciando dalla spessore dei display, compresi quelli al plasma, sull'integrazione con Internet, su sistemi a raggi infrarossi che rendono inutile il telecomando dato che percepiscono il movimento delle mani. Tutti prodotti più attenti alla qualità dell'ambiente nel quale viviamo, ma soprattutto nuovi. Perché poi alla fine il vero sogno di tutti i protagonisti di questo settore è quello di trasformare il televisore in una sorta di cellulare: dopo due o tre anni va per forza cambiato.
Posted in: RICERCA, TECNOLOGIA on martedì 6 ottobre 2009 at alle 10:40