Scoperto un nuovo tipo di supernova
La sua esistenza era stata prevista teoricamente nel 2007, ma finora non era mai stato osservato un evento di questo tipo
L'esistenza di questo tipo di supernove era stata prevista teoricamente da Lars Bildsten, dell'Università della California a Santa Barbara nel 2007, ma finora non era mai stato osservato un evento di questo tipo.
La fine della maggior parte delle stelle le vede andare a formare nane bianche, nelle quali una massa paragonabile a quella del Sole viene concentrata in un raggio analogo a quello della Terra. Pur essendo molto densi, questi oggetti, formati per lo più da una miscela di carbonio e ossigeno o di elio, hanno una temperatura troppo bassa per sostenere reazioni di fusione nucleare.
Tuttavia in alcuni casi due di questi oggetti possono ruotare così vicini uno all'altro - a volte con tempi di pochi minuti - che l'elio della più piccola delle due subisce forze di marea gravitazionale così intense da essere strappato dalla stella d'origine per andare a depositarsi sulla superficie dell'altra.
In questo caso, estremamente raro, si riformano le condizioni per l'innesco di reazioni termonucleari, che portano all'esplosione dell'intera stella. La supernova di tipo Ia che così si forma determina la produzione di un'enorme quantità energia che la fa brillare quanto un'intera galassia per tempi che possono superare il mese.
Gli eventi previsti da Bildsten hanno solamente un decimo della brillantezza e della durata di queste esplosioni: per questo è stato proposto di indicarli con la sigla ".Ia". L'identificazione di un evento di questo tipo - avvenuto nella galassia NGC 1821, nella costellazione della Lepre - è ora frutto di un riesame da parte di Poznanski di una serie di dati registrati nel 2002 dal Katzman Automatic Imaging Telescope (KAIT) presso il Lick Observatory, nei pressi di San Jose.
La classificazione datane all'epoca - quella di una supernova di tipo II, meno luminosa di quella di tipo Ia - si è rivelata erronea sia a una più attenta analisi dello spettro sia alla luce della sua durata: l'evento era durato meno di 20 giorni, mentre le supernove di tipo due permangono visibili per durate superiori a quelle di quelle di tipo Ia.
Posted in: ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZA on venerdì 6 novembre 2009 at alle 07:09