Artico, 3 milioni di anni fa come ora

Durante il medio Pliocene le temperature della superficie del mare Artico erano tra 10 e 18 °C , mentre le temperature attuali sono vicine a 0 °C

Sempre più evidenze scientifiche corroborano l'ipotesi che l'Artico potrebbe in un prossimo futuro affrontare una stagione calda priva di ghiacci e temperature medie molto più elevate. L'ultimo allarme in ordine di tempo viene dalla U.S. Geological Survey, i cui ricercatori hanno analizzato le prove paleoclimatiche sulla base delle quali si è potuto evincere che, nel corso del periodo caldo del medio Pliocene, tra 3,3 e 3 milioni di anni fa, l'Oceano Artico e il Mare del Nord erano troppo caldi per mantenere il ghiaccio sul mare anche nella stagione estiva.
Tale periodo è caratterizzato da temperature calde simili a quelle previste per la fine di questo secolo ed è perciò utilizzato come modello per cercare di prevedere le condizioni future sulla base anche dei trend di variazione climatica attuale.
Nel corso dello studio, si è trovato che durante il medio Pliocene le temperature della superficie del mare Artico erano tra 10 e 18 °C , mentre le temperature attuali sono vicine a 0 °C.
La perdita di ghiaccio marino potrebbe avere conseguenze varie ed estese, come il contributo all'ulteriore riscaldamento dell'Artico, l'accelerazione dell'erosione costiera a causa dell'incremento dell'attività delle onde, l'impatto sui grandi predatori (orsi polari e foche) che dipende dalla copertura di ghiaccio del mare, l'intensificazione dei fenomeni meteorologici alle medie latitudini e l'aumento delle precipitazioni invernali nell'Europa occidentale e meridionale, oltre a minori precipitazioni nell'America occidentale.
“Se si guarda indietro a ciò che è avvenuto 3 milioni di anni fa, si osserva un differente schema di distribuzione del calore rispetto a oggi, con acque molto più calde alle alte latitudini”, ha spiegato Marci Robinson dell'USGS. “La mancanza di ghiaccio marino durante l'estate nel corso del medio Pliocene suggerisce che la fusione record del ghiaccio artico registrata nel corso degli ultimi anni possa essere un segnale premonitore di significative trasformazioni che potranno sopravvenire”.

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