Casi classici: l’UFO della “Almirante Saldanha” del 1958


Era il 16 gennaio del 1958: la nave scuola dell’Istituto Idrografico della Marina Militare Brasiliana, l’Almirante Saldanha, comandata dal capitano Carlos Alberto Bacellar e con a bordo, come tecnico civile, il fotografo Almiro Barauna (specializzato in riprese subacquee), stava lasciando le acque antistanti l’isola di Trintade, nell’Atlantico, a circa 900 chilometri a est di Rio de Janeiro, dove aveva compiuto rilevazioni in occasione dell’Anno Geofisico Internazionale. Dopo mezzogiorno, alcuni civili che si torvavano sul ponte si misero a gridare indicando nel cielo un oggetto fortemente luminoso, la cui forma ricordava quella del pianeta Saturno, che si dirigeva verso l’isola. L’UFO, che avanzava con movimento oscillante, scomparve per breve tempo dietro il Monte Deseado, quindi riapparve per poi volare via definitivamente. Durante l’avvistamento, durato circa 20 secondi, Barauna riuscì a scattare con la sua Rolleiflex sei foto, di cui però la quarta e la quinta non ripresero interamente l’oggetto. Dei 48 membri dell’equipaggio che sostavano sul ponte, molti osservarono l’UFO e, intervistati dai giornalisti, testimoniarono l’accaduto. Invece il capitano Bacellar, in coperta durante l’avvistamento, si era recato immediatamente sul ponte, ma era giunto troppo tardi per poterlo vedere. A questo punto, ma lo si seppe in un secondo tempo, il capitano insistette perchè le immagini di Barauna venissero sviluppate immediatamente. Fece quindi improvvisare una camera oscura, prendendo ogni precauzione affinchè il fotografo non potesse manomettere la pellicola, e assistette egli stesso, assieme ad altri ufficiali, allo sviluppo dei negativi. Le stampe invece, mancando la carta fotografica, furono realizzate soltanto dopo l’arrivo a Rio de Janeiro. Successivamente Barauna fu invitato a presentarsi al Ministero, dove venne interrogato a lungo da alcuni alti ufficiali. Il ragazzo, infatti, era ben noto per i suoi falsi fotografici, in particolare di tesori sul fondo del mare, e per aver scritto un articolo umoristico sulla realizzazione di trucci fotografici intitolato proprio “Un disco volante mi ha seguito fino a casa”. L’inchiesta, che seguì dopo il suo lungo interrogatorio (durato almeno quattro ore), escluse però ogni possibilità di falso: i negativi furono esaminati dagli esperti militari e dalle immagini si dedusse che l’oggetto doveva avere un diametro di 30 metri ed una altezza di sette. Durante una successiva conferenza stampa, Barauna dichiarò di aver proiettato i negativi su uno schermo in modo che sarebbe stato facile individuare eventuali trucchi, e che dopo l’interrogatorio, il capo del servizio informativo, che era anche l’ufficiale più alto in grado, gli aveva detto: “ora le farò io qualche domanda. Non si offenda perchè non dubito dell’autenticità delle sue foto, ma voglio sentirlo da lei: se volesse far apparire un disco volante su una negativa, come procederebbe?” “Comandante” ho risposto, “io sono un abile fotografo specializzato in trucchi fotografici, ma nessuno dei miei lavori potrebbe reggere a un esame tanto accurato e rigoroso“. Nel frattempo, due dei più importanti quotidiani di Rio de Janeiro, entrati in possesso delle fotografie, ne pubblicarono due il 21 febbraio e per circa una settimana la stampa dedicò ampio spazio agli articoli pro e contro la veridicità di tali immagini. Il “Diario Carioca” sosteneva che l’equipaggio della Saldanha aveva ricevuto precisi ordini di mantenere il silenzio; “O Globo” pubblicò un servizio con fotografie di dischi volanti scattate a Cabo Frio. La Marina si rifiutò di fare dichiarazioni ufficiali in merito, ma un uffciale venne incaricato di recapitarne alcune copie, corredate da un rapporto completo, all’esercito, all’aviazione e perfino al Presidente della Repubblica. Tre giorni dopo il Ministero della Marina annunciò ufficialmente: “riguardo agli articoli apparsi sulla stampa, secondo i quali la Marina sarebbe contraria alla divulgazione dei fatti concernenti l’avvistamento di uno strano oggetto volante sull’isola di Trindade, questo Gabinetto dichiara che tale informazione è completamente infondata. Questo Ministero non ha alcun motivo di ostacolare la pubblicazione delle fotografie scattate dal signor Almiro Barauna, che si trovava all’isola di Trintade dietro invito della Marina, in presenza di numerosi membri dell’equipaggio della Almirante Saldanha, dal cui ponte l’oggetto è stato fotografato. Naturalmente, questo Ministero non è in grado di fare alcuna dichiarazione circa la natura dell’oggetto, poichè le fotografie non provano nulla a riguardo“. Il 17 aprile, i tre maggiori quotidiani di Rio pubblicarono integralmente il rapporto segreto della Marina Militare alla Camera, dove si ammetteva che oggetti simili a quello fotografato da Barauna erano stati avvistati più volte e che uno era stato addirittura fotografato da un sottoufficiale vicino alla costa di Espirito Santo, un mese prima dell’avvistamento della Saldanha. Inoltre, la stampa sottolineò che lo stesso presidente del Brasile, Juscelino Kubitschek, aveva consegnato ai giornalisti l’intera sequenza delle foto del “caso Barauna” fatte a Trindade. Implicitamente si riconosceva per la prima volta, da parte di un governo, l’esistenza di oggetti volanti non identificati.Il giornalismo, il cosiddetto “quarto potere”, questa volta aveva avuto la meglio costringendo l’autorità militare e quella politica a delle ammissioni. Non solo. Negli archivi del Blue Book è anche presente un dispaccio della United Press, datato 25 febbraio 1958 e proveniente da Rio de Janeiro, in cui si affermava che il Ministero della Marina aveva confermato l’autenticità delle fotografie: “il Ministero della Marina Brasiliana ha dichiarato oggi che le fotografie di un disco volante scattate recentemente dalla nave Almirante Saldanha sono autentiche. Dopo un incontro con il presidente Kubitscheck nel palazzo estivo di Petropolis, il Ministero della Marina ha affermato di non avere dubbi sull’autenticità delle immagini. ‘La Marina ha un grande segreto che non può divulgare perchè non è in grado di spiegarlo’ ha detto il Ministro“.

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