I misteri di Angkor Vat

La storia del popolo Khmer era nota solo a partire dal XV secolo, almeno finché, nel 1860, il naturalista francese Henri Miuhot non si avventurò nel cuore della giungla cambogiana alla ricerca dei resti di una città perduta.
Quella città venne effettivamente ritrovata, si trattava di Angkor. La città aveva una estensione di quasi 100 chilometri quadrati e poteva accogliere circa mezzo milione di persone; Angkor era abitata dai Khmer, che professavano una religione di derivazione Indù. Le notizie che abbiamo sulla città sono molto frammentarie per via dell’usanza da parte dei Khmer di scrivere manufatti su pelli d’animale o foglie di palma che, ovviamente, non hanno resistito nel tempo.
Le uniche fonti rimangono le migliaia di iscrizioni appartenenti non solo alla storia Khmer, ma anche a quella Sancita, Cinese, Musulmana ed Indiana.
Da queste iscrizioni si deduce che il fondatore del periodo cambogiano di Angkor fu Jayavarman II, un Re che venerava il Dio Indù Siva e che stabilì proprio in quella città il culto del Dio–Re; ognuno dei suoi successori fece edificare un proprio tempio, destinato ad accogliere il Linga, il simbolo fallico dell’autorità regia, ma i templi erano anche la rappresentazione del monte Meru, dimora degli Dei e centro dell’universo secondo la tradizione Indù.
Il tempio più bello della città è l’Angkor Vat, destinato ad accogliere le spoglie di Suryvarnam II ed eretto dal sovrano stesso nel corso del XII secolo; questo tempio, a differenza di tutti gli altri, ha l’ingresso principale posto in direzione Ovest, cioè verso la Terra dei Morti, ed all’interno un labirinto di corridoi dalle pareti ricoperte di elaborate sculture ed incisioni.
Il tempio si estende su un’area di quasi 2,6 chilometri quadrati ed è dotato di un gran numero di torri, la più alta di 61 metri, che si innalzano al cielo sotto forma di boccioli di loto.
L’Angkor Vat era stato concepito ed orientato in modo da fungere da osservatorio astronomico ed era in perfetto allineamento, durante il solstizio d’inverno, con il tempio di Prasat Kulk Bangio, distante 5,6 chilometri.

0 commenti, commenta qui: