Spirit intreppolato



sonda_spirit1
“Sarà un processo molto lento e ci sarà una grande probabilità che i tentativi di liberare Spirit non riescano” afferma Doug McCuistion, direttore del Mars Exploration Program della NASA a Washington. Ma vediamo cos’é accaduto…

Dal 23 aprile di quest’anno, Spirit si trova in una zona che gli scienziati hanno battezzato “Troy” (Troia): il robottino stava procedendo in retromarcia, trascinando la sua ruota anteriore destra (non funzionante da tempo), allorché le altre ruote sono incappate in una crosta superficiale friabile che franando ha scoperchiato una zona sabbiosa sottostante molto scivolosa. Dopo qualche tentativo di far riemergere Spirit, con l’effetto di farlo sprofondare nella trappola di sabbia, ogni movimento è stato arrestato per dar modo di effettuare test su possibili strategie di uscita.

Gli scienziati stanno studiando perciò un percorso di fuga da Troia lungo un lieve pendio. “I nostri preparativi per la ripresa del cammino sono stati lunghi e meticolosi” dice John Callas, project manager dello Spirit e dell’Opportunity al JPL di Pasadena, “abbiamo utilizzato due differenti rover di test qui sulla Terra (foto a fianco) in condizioni il più possibile vicine a quelle di dove si trova il robot. Ma è pur vero che queste simulazioni non possono replicare in tutto e per tutto le condizioni che si trovano a Troy”. I ricercatori della NASA si aspettano un processo di fuga particolarmente lento ed incerto in base a quanto simulato sulla Terra. “Dopo le prime settimane di tentativi, non sappiamo ancora con certezza se Spirit riuscirà a liberarsi” aggiunge McCuistion.

Lo Spirit ha 6 ruote per muoversi sul suolo marziano: il primo comando dirà al rover di ruotare le 5 ruote funzionanti in avanti per circa 6 rotazioni. Gli scienziati si aspettano uno slittamento importante ed inevitabile di tutte le ruote, con forse un piccolo spostamento percettibile in avanti in questa prima fase.

Il rover ritornerà i dati al centro spaziale solo il giorno successivo rispetto a questo primo tentativo: i dati ottenuti saranno valutati dai tecnici prima di poter pensare, sviluppare ed inviare un secondo insieme di comandi: così facendo, i tecnici prevedono di continuare con questi sforzi fino all’inizio del 2010. (ndr: più che Troia o Ulisse, qui bisognava chiamare in ballo Giobbe con tutta la sua pazienza…)

Il responsabile aggiunge “Muoversi su Marte è impegnativo e qualunque sia il responso di questi tentativi, la lezione che trarremo nello sforzo di liberare Spirit ci servirà per aumentare la conoscenza del suolo marziano e su come far muovere i futuri rover”. Anche se lo Spirit rimanesse desolatamente fermo in quella “pozza di sabbia”, (ndr non riesco a non pensare ad una specie di simpatico Wall-E improrogabilmente sprofondato nella sabbia!) potrà comunque continuare a fornire informazioni preziose su Marte. E proprio la “trappola di sabbia” potrà diventare una regione interessantissima dal punto di vista scientifico.

“Il materiale smosso dalle ruote del rover possiede il più alto contenuto di zolfo mai misurato su Marte” afferma Ray Arvidson, scienziato all’Università di Washington a Saint Louis. “Stiamo sfruttando questa situazione per analizzare in dettaglio questo prezioso materiale”. L’attività del rover a Troia sta migliorando le conoscenze precedenti secondo le quali Marte in epoche remote aveva primavere bollenti e fori con fuoriuscita di vapore, possibili habitat per la vita.

Spirit ed il suo gemello Opportunity sono atterrati su Marte in gennaio 2004: hanno esplorato Marte per cinque anni, abbondantemente sorpassando le previsioni di appena 90 giorni di missione. Attualmente Opportunity si sta dirigendo verso il cratere Endeavor.

Rimanete sintonizzati per sapere se Spirit riuscirà a liberarsi dalla trappola in cui è finito.

PS: ricordo che con il termine “sol” si intende il numero di giorni marziani (di poco più di 24 ore e quindi un po’ più lungo di un giorno terrestre) trascorsi da quando una sonda atterra sul pianeta. Anche se i due giorni sono molto simili come durata, a lungo andare si accumula uno sfasamento che risulta molto scomodo. Futuri astronauti su Marte sicuramente dovranno adottare questa unità di tempo, con orologi sincronizzati con la rotazione di Marte sul proprio asse.

0 commenti, commenta qui: