La morte in diretta di un exopianeta «divorato» dalla stella-madre
Il cannibalismo cosmico è noto e fa parte della storia violenta dell’universo. La vittima è Wasp-12b
Wasp-12b (a sinistra) risucchiato dalla sua stella |
VITTIMA - La vittima è il pianeta Wasp-12b che ruota attorno a una stella della taglia del nostro Sole appartenente alla costellazione Auriga. Quando il pianeta venne scoperto nel 2008 rivelò subito la sua stranezza da record fra gli oltre 400 pianeti extrasolari finora scoperti. Da allora è sotto stretta osservazione da parte di un team internazionale di astronomi che comprende da Shu-lin Li dei National Astronomical Observatory in Cina, al professor Douglas N.C. dell’Università americana di Santa Cruz, al Jet Propulsion Laboratory della Nasa, alla National Science Foundation statunitense. Ora sulla rivista britannica Nature raccontano la loro interessante scoperta.
PIANETA GASSOSO - Scrutando il soggetto hanno visto che si tratta di un pianeta gassoso analogo al nostro Giove, ma sei volte più grande in volume e purtroppo vicinissimo alla stella madre: 75 volte più vicino della Terra rispetto al Sole. Questa prossimità causa su di esso negative conseguenze perché la potente gravità della stella genera paurosi effetti di marea con pesanti deformazioni della forma e movimenti interni dai quali si genera un riscaldamento per frizione. Di per sé ha già una temperatura elevata, circa 2.500 gradi centigradi: ma tende a essere sempre più caldo e per questo si espande come una bolla. I suoi strati esterni diventano di conseguenza meno densi e la materia di cui sono costituiti viene assorbita dalla forza gravitazionale dell’astro-madre distribuendosi intorno ad esso e formando anelli sul piano equatoriale, simili a quelli esistenti intorno al nostro Saturno, per farci capire.
RISUCCHIATO - La materia risucchiata è notevole: hanno calcolato che la massa perduta è di sei miliardi di tonnellate al secondo. Quindi sarà fagocitato interamente e ciò accadrà fra 10 milioni di anni. La cifra potrà sembrare un tempo lungo, ma per gli astronomi e per i cicli dell’universo è un battito di ciglia. Eppure è un pianeta ancora giovane, però la sua sorte è segnata. Alla fine vivrà 500 volte meno della nostra Terra calcolata fino a oggi. Tuttavia la lunga agonia planetaria sta almeno facendo felici gli scienziati per la straordinaria opportunità che offre. In fondo è una variazione della sorte riservata pure alla nostra Terra, la cui vita è legata alla vita del Sole. E, quando si spegnerà, per il pianeta azzurro sarà finita. Tutto cambia in continuazione, anche in cielo.
Posted in: ASTRONOMIA, CURIOSITà on venerdì 26 febbraio 2010 at alle 04:18