Quarant'anni dallo sbarco della Luna - Cosa ha detto 'veramente' Neil Armstrong non appena mise piede sulla Luna ?


Un piccolo passo per l'uomo o un piccolo passo per un uomo? Questa la diatriba in corso da anni sulla celebre frase pronunciata da Neil Armstrong mentre scendeva dal modulo Eagle quasi quarant'anni fa toccando per la prima volta il suolo lunare. Diatriba che nasce con il rientro a Terra dell'equipaggio dell'Apollo 11 e con gli amici e i colleghi dell'astronauta che si congratulano per la frase registrata dal Johnson Space Center di Houston. Il problema è che Armstrong era convinto di avere detto altro, non molto di più, solo una «a». E così mentre i nastri riportavano la voce emozionata che dice «One small step for man, one giant leap for mankind» (Un piccolo passo per l'uomo, un enorme salto per l'umanità) Armstrong sosteneva di aver proferito «One small step for a man, one giant leap for mankind» (Un piccolo passo per un uomo, un enorme salto per l'umanità).

RICOSTRUZIONI - Questioni di lana caprina a prima vista ma, riguardando una delle frasi più celebri del secolo scorso, ha suscitato le attenzioni di più di un esperto. Nonostante sia grammaticalmente più scorretta, la versione senza la «a» (man e mankind vogliono dire quasi la stessa cosa cioè «umanità», mentre a man e mankind no) è la versione che è piaciuta di più, anche perché è quella diffusa al mondo in diretta. I primi tentativi di far coincidere i ricordi di Armstrong con la registrazione di Houston miravano a spiegare l'omissione con l'emozione e la pressione vissuta nel momento storico dell'allunaggio. Altri hanno ritenuto plausibile che i sistemi di comunicazione utilizzati si fossero mangiati la «a», altri ancora consideravano l'accento dell'Ohio - Stato d'origine del primo uomo sulla luna - il colpevole.

LICENZA POETICA - Ora una coppia di ricercatori australiani, lo scrittore Chris Riley e il consulente forense John Olsson, sembra giunta a una conclusione. Analizzando le registrazioni recentemente ri-digitalizzate e decompresse hanno stabilito che non c'è proprio spazio per la «a», che tra «for» e «man» non c'è il tempo per pronunciare altre lettere. Inoltre hanno effettuato una ricerca sul modo di parlare dei componenti della famiglia Armstrong stabilendo che non hanno difetti di pronuncia e analizzando tutte le comunicazioni tra l'equipaggio dell'Apollo 11 e Houston non si è mai persa una «a». Quindi niente «a» nella frase originale, ma... Gli stessi studiosi affermano che la «a» non è stata pronunciata ma l'intenzione di pronunciarla c'era, e la si evince, secondo loro chiaramente, dall'intonazione e dall'accento posto su «man». Spiegazione: Armstrong sapeva bene che l'assenza dell'articolo indeterminativo era scorretto, ed era sua intenzione pronunciare la «a», ma per qualche motivo non l'ha fatto, dando origine a una frase molto poetica ma in un inglese non impeccabile. Insomma una licenza poetica da stress non voluta.

fonte - www.corriere.it

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