Branchi di pesci robots scandaglieranno gli oceani

Intere classi di pesci robot potrebbero mappare il fondo degli oceani, rilevare i livelli di inquinamento e sorvegliare navi sommerse o gasdotti, secondo i ricercatori del MIT.

15 anni dopo il primo tentativo, siamo arrivati oggi ala generazione più avanzata dei cosidetti 'Robofish': sono più agili, rapidi e in grado di mimare alla perfezione i movimenti di un vero pesce.

"Nessun sommergibile può esplorare alcuni fondali esplorabili da un robofish," esclama non senza una punta di sottile soddisfazionePablo Valdivia Alvarado, ingegnere meccanico al MIT.

"Alcuni nostri finanziatori," prosegue Alvarado "stanno pensando di utilizzare questi prototipi a scopi di sorveglianza. L'idea è di costruire 'branchi' di 400-500 esemplari e di 'liberarli' nell'area di una baia o di un porto".

Il primo pesce robotico, nato nel 1994 era "Robotuna": oggi, confrontato con le nuove scoperte, fa l'effetto di un dinosauro. Da un centinaio di parti ad appena 10, da dimensioni gargantuesche a meno di 50 centimetri di lunghezza: e un soffice polimero come 'pelle', che permette al nuovo arrivato di stazionare tranquillamente anche in acque salate.

La compagnia di esplorazione petrolifera Schlumberger è tra le società finanziatrici, ed è facile capire perchè: il MIT utilizzerà i fondi anche per la prossima 'frontiera', un robot anfibio in forma di salamandra.

Nel video:l'analisi dei movimenti del nuovo Robofish,simili in modo impressionante a quelli di un normale pesce.

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