In via d'estinzione: 4 risorse naturali che potrebbero scarseggiare entro 50 anni.

Viviamo in tempi molto fortunati e molto sordi: gli standards di vita (in Occidente) sono i più alti della storia. E' un'era di relativa pace e prosperità, dinanzi alla quale i nostri antenati (alle prese con continue pestilenze e guerre) avrebbero strabiliato.

Non durerà per sempre.

Stiamo raggiungendo rapidamente i limiti per le nostre risorse, e la popolazione mondiale passerà dagli attuali 6.5 miliardi a 9 nel giro dei prossimi 50 anni: ci sono 4 risorse naturali strettamente legate tra loro che potrebbero portare a una catena disastrosa nel corso della nostra vita.

Petrolio

Il Mondo moderno si basa sul Petrolio: permette trasporti, costruzioni, manifatture e produzioni, in altre parole la nostra intera economia. Il cambiamento (s)travolgente della nostra vita e del nostro rapporto con il lavoro manuale è avvenuto dalla rivoluzione industriale in poi nei primi del '900, ed è dovuto proprio alla diffusione di questo carburante.

La "Teoria del Picco del Petrolio" suggerisce che una volta raggiunto un limite per lo sfruttamento di una risorsa (un picco, appunto), la discesa nel suo utilizzo e nella sua reperibilità è repentina.

PER QUALCUNO C'E' ANCORA PETROLIO IN ABBONDANZA - C'e' una teoria divenuta popolare negli anni '50, secondo la quale l'origine del petrolio non sarebbe fossile, ma deriverebbe da una mostruosa riserva di idrocarburi appartenente al nucleo originario della terra: sotto la crosta dunque si troverebbero riserve gigantesche, disponibili al prezzo di scavare 'un pò di più'.

D'altra parte si tratta di teorie non provate, e che non risolverebbero (anzi aggraverebbero) i problemi di inquinamento del nostro Pianeta.

NIENTE SCUSE: IL PETROLIO FINIRA' - Il raggiungimento a breve del picco di Hubbert potrebbe portare a cambiamenti geopolitici oggi difficilmente prevedibili. Probabilmente il sistema industriale conoscerà una rivoluzione che cambierà definitivamente le nostre abitudini.

NOTE - L'area del pianeta che dovrebbe raggiungere più tardi il "picco" è (come unanimemente riconosciuto) quella Mediorientale. Il mondo si troverà dunque (almeno in una prima fase) ad essere sempre più dipendente da una zona oggi politicamente instabile. E' un caso che lo sia?

Cibo

Notate bene: dal 2005 il prezzo del grano è più che triplicato, il riso è addirittura aumentato del 500%. I dati riflettono la contrazione delle riserve globali di cibo: di fatto la domanda di alimenti cresce più rapidamente della nostra capacità di produrli.

Qualcuno comincia a parlare di prossima "crisi mondiale cronica di cibo": le nuove economia come Cina e India stanno facendo passi da gigante, e con esse anche la fame delle popolazioni, che passano da una dieta basata sui cereali ad una che comprende carne. Molta carne. In Cina, dai 20Kg pro-capite di carne all'anno del 1980, si è passati a più di 50Kg odierni, e i dati crescono di continuo.

La carne è un alimento dispendioso da ogni punto di vista: per produrre capi di bestiame che diventeranno bistecche, occorre dar loro altro grano, e sviluppare delle colture. Secondo il Dr.Dickson Despommier stiamo già coltivando circa l'80% dei terreni arabili del pianeta, ed entro il 2030 potremmo avere seri problemi a sfamare una domanda di cibo più grande del 50% rispetto a quella attuale.

COME SI RISOLVERA'? - Parte della risposta potrebbe provenire dalle nuove tecniche di ingegnerizzazione dei campi attraverso l'uso degli OGM e dei nuovi pesticidi: disgraziatamente questa soluzione getterebbe il futuro dell'agricoltura nelle mani di pochi colossi chimici come la Monsanto (già acusata di abusare del proprio potere).

Accanto alla crescente domanda di cibo ed energia, avremo bisogno di molta più acqua per agricoltura, industria, energia e ovviamente per noi.

Non dico che finirà così in fretta, ma certo dovremo ridurne lo spreco: secondo il World Economic Forum, entro 20 anni l'acqua diventerà un bene più prezioso del petrolio per gli investitori. I cambiamenti climatici stanno già causando inondazioni, siccità ed eventi meteorologici che fissano nuovi record ogni anno.

In situazioni simili, la disponibilità di acqua da bere crolla così rapidamente che diventa impossibile ripristinare le riserve facilmente: la maggior parte della quantità di acqua dolce a nostra disposizione (circa il 70% del totale) è destinata all'agricoltura.

E' lì che dovremo iniziare a sviluppare politiche di risparmio, prima ancora che nelle case. Uno dei più importanti progressi tecnologici del secolo potrebbe essere lo sviluppo di colture che necessitano di meno acqua.

Se le previsioni sul cibo mostrano scenari da alta tensione, il futuro dei pesci sembra addirittura desolante: le stime dicono che in mancanza di massicci interventi umani, mangeremo solo pochissime specie di pesci, e solo da allevamento.

Le proiezioni sono allarmanti: potremmo essere la generazione che vede la fine dei pesci selvatici.

Una combinazione di disinteresse, inquinamento massiccio e politiche errate ha visto dal 1950 ad oggi l'estinzione del 90% della popolazione di oltre il 30% di specie ittiche: la riduzione della biodiversità accelera anche il declino delle specie che vivono attiguamente a quelle già danneggiate.

L'unica soluzione che potrebbe invertire questo processo sarebbe quella di realizzare 'riserve marine' in tutto il mondo, che coprano tra il 30% e il 40% della superficie globale degli oceani: è virtualmente impossibile che le nazioni del mondo raggiungano un consenso così ampio.

Conclusione

Non siate preda di attacchi di panico adesso: Si tratta di una visione molto semplificata di questi 4 problemi, certo: c'è sempre una gamma di soluzioni che magari non sono state considerate, ma la morale dell'articolo è che la proliferazione umana sulla Terra sta già mettendo il pianeta sotto severo stress, e il futuro dovrà portarci soluzioni basate sulla sostenibilità.

Per la precisione: il nostro unico futuro è la sostenibilità. Senza quella, tra 100 anni staremo al punto in cui eravamo 200 anni fa.


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