Dopo 400 anni Nettuno torna a Galileo?
Una notizia “bomba” dall’Australia. Proprio dopo 400 anni dalle prime osservazioni galileiane, uno studio accurato dei disegni e delle note del sommo fisico pisano dimostrerebbe che proprio a lui spetterebbe la scoperta del pianeta Nettuno, ben 234 anni prima di quanto normalmente pensato.Il professor David Jamieson, direttore della Scuola di Fisica dell’Università di Melbourne, ha da poco fatto un annuncio che ha dello straordinario. Tra le note delle sue osservazioni, Galileo Galilei avrebbe annotato la scoperta di un nuovo pianeta, che altri non era che Nettuno
.
Nel 1612 e 1613 Galileo stava seguendo le lune medicee di Giove e riportava metodicamente tutte le osservazioni. Durante una serie di notti egli riporta la presenza di una “stella vicina” che non è ritrovabile in nessun catalogo moderno. Recenti simulazioni al computer hanno dimostrato che suddetta stella occupava proprio la posizione che avrebbe dovuto presentare il pianeta Nettuno.
Come ben sappiamo, un pianeta differisce da una stella soprattutto a causa del suo moto intorno al Sole che causa, alla distanza di Nettuno, un lento, ma visibile, movimento rispetto alle stelle fisse. Ebbene il 28 gennaio 1613 Galileo annotò precisamente che quella strana stella si era mossa rispetto alle sue compagne. Oltretutto esiste una macchiolina scura in un disegno che riproduce le sue osservazioni del 6 gennaio dello stesso anno. Proprio nella posizione che oggi sappiamo doveva essere occupata dal pianeta sconosciuto. Galileo aveva sicuramente subodorato qualcosa, ma l’apparenza stellare dell’oggetto lo aveva fatto dubitare. D’altra parte ciò faceva parte del metodo scientifico introdotto da lui stesso: provare e riprovare prima di poter anche solo formulare un’ipotesi. Il professor Jamieson ritiene che se si provasse che la macchia scura del 6 gennaio fosse stata aggiunta il 28 gennaio, questa sarebbe la prova inconfutabile dell’ipotesi galileiana sull’esistenza di un nuovo pianeta. Infatti, la ricerca accurata da parte del sommo pisano di una posizione “precedente” della strana stella in accordo con le leggi del moto planetario eliminerebbe qualsiasi dubbio.
Attualmente è in atto il tentativo di datare esattamente il momento dell’aggiunta, che sembrerebbe possibile con i metodi odierni. Si cerca nel frattempo anche un’altra evidenza. Galileo normalmente mandava un anagramma ai suoi colleghi quando scopriva qualcosa di eclatante e di nuovo, come capitò per le fasi di Venere e per le strutture anomale attorno a Saturno. Forse da qualche parte si potrebbe ritrovare l’anagramma relativo a Nettuno.
In ogni caso è indiscusso che Galileo osservò Nettuno per primo e, conoscendolo bene, non ho molti dubbi che il suo occhio esperto non avesse presto compreso che si trattava di una “stella vagabonda”. Se tutto fosse provato, i francesi e gli inglesi non avrebbero più di che discutere: Galileo li avrebbe abbondantemente preceduti di ben 234 anni!
Vincenzo Zappalà
www.astronomia.com
Posted in: RICERCA, SCOPERTE, STORIA on lunedì 26 ottobre 2009 at alle 07:03