Le 10 scoperte più belle del 2009
L'anno che sta per finire ha visto il raggiungimento di molti importanti traguardi nei più diversi settori della ricerca
la ricostruzione dello scheletro di Ardipithecus, vecchio di 4,4 milioni di anni, e del suo ambiente, a cui la rivista ha dedicato una serie di ben 11 articoli nell'ottobre scorso. "La scelta - scrive in un editoriale Alberts - non è stata facile, considerata l'idiosincrasia del nostro editore per scelte di auto-promozione. Ma questo lavoro cambia il modo in cui pensiamo agli inizi dell'evoluzione dell'uomo e rappresenta il culmine di 15 anni di ricerca che hanno visto impegnati a collaborare 47 scienziati di nove nazioni esperti in differenti settori che si sono uniti per riuscire a compiere una meticolosa analisi di 150.000 campioni di animali e piante fossili."
Le altre nove scoperte più significative del 2009 sono, secondo "Science":
I meccanismi delle pulsar: Il Gamma-Ray Space Telescope "Fermi" ha consentito di identificare un nuovo tipo di pulsar - stelle di neutroni in rapidissima rotazione dotate di un intenso campo magnetico - e di chiarire i meccanismi delle loro particolari emissioni nello spettro dei raggi gamma.
L'altra faccia della rapamicina: nei topi di esperimento la somministrazione di rapamicina consente, influendo su una via metabolica chiave che coinvolge le proteine mitocondriali, un allungamento dal 9 al 14 per cento delle loro vita. E' la prima volta che si ottiene un risultato di questo tipo in un mammifero.
Le proprietà del grafene: I rapidissimi progressi nella determinazione delle proprietà del grafene, ossia di lamine monoatomiche di atomi di carbonio, hanno permesso di dimostrarne l'elevata conducibilità, aprendo la strada a una loro applicazione nel campo dell'elettronica.
I recettori dello stress vegetale: La determinazione della struttura di molecole chiave (fra cui una nota come ABA) per la loro capacità di sopravvivere agli stress ambientali apre la strada alla progettazione di vegetali in grado di resistere in condizioni di siccità, migliorando le capacità produttive in generale e consentendo la coltivazione di piante "da biocombustibile" in terreni marginali.
Il primo laser a raggi X: La messa a punto presso lo SLAC dello LCLS (Linac Coherent Light Source) consente di ottenere "istantanee" di reazioni chimiche mentre esse sono in corso, di alterare la struttura elettronica di materiali e di eseguire sofisticati esperimenti in numerosi campi di ricerca.
Il ritorno della terapia genica: L'identificazione di nuove strategie per l'applicazione delle terapie geniche ha consento importanti passi in avanti in vista di una terapia per l'adrenoleucodistrofia, l'amaurosi congenita di Leber e la SCID.
La prima volta dei monopoli: In alcuni esperimenti condotti su cristalli di "spin ice" i ricercatori sono riusciti a osservare i monopoli magnetici, particelle dotate di un unico polo magnetico, e a indurli a fluire come una corrente.
L'acqua sulla Luna: In ottobre, i sensori del satellite LCROSS (Lunar CraterObservation and Sensing Satellite) sono riusciti a rilevare la presenza di acqua e ghiaccio nel materiale sollevato dall'impatto sulla superficie lunare di una sonda fatta appositamente impattare al suolo.
La riparazione dello Hubble: In maggio una missione spaziale è riuscita a riparare e migliorare le capacità di osservazione dello Hubble Space Telescope dando nuova vita al decano dei telescopi spaziali.
E per il 2010 quali appaiono i campi in cui al momento si può sperare di ottenere sviluppi particolarmente significativi? Secondo la rivista americana ci sarebbero indizi che l'intenso lavoro di ricerca possa portare a risultati di rilievo, in biologia, nello studio del metabolismo cellulare delle cellule cancerose e dei rapporti fra sequenziamento degli esoni e malattie; in medicina, nell'applicazione delle cellule staminali alle patologie neuropsichiatriche; in fisica, nelle osservazioni dell'Alpha Magnetic Spectrometer a bordo dela Stazione spaziale internazionale, che a partire da luglio inizierà ad analizzare i raggi cosmici per scoprire dati rilevanti sull'antimateria e sulla materia oscura.
Alla lista delle possibili sorprese stilata da "Science", ci piace aggiungere quelle che potrebbe riservare un'impresa tutta europea, con un forte contributo italiano: quelle che potrebbero venire dall'LHC. Probabilmente è ancora presto, visto che per portare a regime quella che può essere considerata l'apparecchiatura più complessa mai realizzata dall'uomo ci vorrà ancora tempo: a fine 2010, con una potenza complessiva di 7 TeV, sarà ancora ben al di sotto della sua potenza massima (14 TeV) grazie alla quale potrà andare a caccia della "particella di Dio", il bosone di Higgs. Ma in fondo già in queste prime settimane di "riscaldmento" l'LHC ha frantumato in scioltezza diversi record detenuti da altri acceleratori.
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Posted in: RICERCA, SCIENZA, SCOPERTE on sabato 19 dicembre 2009 at alle 03:16