Le origini “dell’ordine”
Il detto “una casa ordinata, una mente ordinata” è particolarmente tenuto in considerazione dai ricercatori dell’evoluzione umana; una delle caratteristiche del comportamento moderno è infatti la sofisticata organizzazione degli spazi abitativi.
Ora uno studio pubblicato su Science indica almeno nel sito di Gesher Benot Ya’aqov (Israele), popolato da hominini quasi 800000 anni fa, le radici di questa accuratezza.
Mentre i luoghi occupati dagli uomini moderni mostrano spesso segni di “aree di attività” separate (focolari, cucine, letti, ecc.), fino a poco tempo fa c’erano poche prove che gli altrihominini si organizzassero similmente.
Per esempio nei siti di Abric Romaní in Spagna e Tor Faraj in Giordania, dove i Neandertal vissero tra i 50000 e i 70000 anni fa (ovvero quando non erano ancora arrivati gli uomini moderni), c’era già una divisione spaziale.
Nel sito di Gesher Benot Ya’aqov, nella valle di Hula, è stato annunciato che addirittura l’Homo heidelbergensis - forse l’ultimo antenato comune fra Sapiens e Neandertal – mostrasse queste tendenze.
In questo posto risalirebbero peraltro i primi segni di padronanza del fuoco: 790000 anni fa, cioè circa 400000 anni prima che a Zhoukoudian, in Cina.
Gli archeologi Nira Alperson-Afil e Naama Goren-Inbar, della Hebrew University in Jerusalem, hanno mappato le precise locazioni e la densità di migliaia di resti di piante e animali e gli strumenti in pietra qui rinvenuti.
Si è scoperto che le attività degli hominini erano concentrate in due aree ben definite.
La scheggiatura di strumenti in selce era concentrata nell’area nordoccidentale; quella di basalto e calcare intorno ad un focolare a sud-est. Gli stessi resti animali e vegetali erano separati in base alla loro natura.
La divisione dello spazio in questo sito sarebbe dunque il segno di una “sofisticata cognizione” una volta ritenuta appartenere solo agli uomini moderni.
Per l’archeologo Clive Gamble ciò conferma altre ricerche secondo cui l’Homo heidelbergensis“era una specie molto ordinata”: nel sito di Boxgrove (Inghilterra), 500000 anni fa, “in un paesaggio senza focolari essi seguirono le regole su come ottenere, fare e gettare via i loro strumenti in pietra. Non c’era niente di casuale in queste attività, e Gesher Benot Ya’aqov ora estende questo modello indietro nel tempo”.
Ma l’archeologa Lyn Wadley è molto più cauta: a parte il riconoscere l’inaspettata complessità degli spazi abitativi, pensa che ciò sarebbe un sicuro segno di sofisticata cognizione solo se quegli hominini attribuissero significati simbolici al modo in cui dividevano i loro spazi.
Posted in: ANTROPOLOGIA, RITROVAMENTI on venerdì 25 dicembre 2009 at alle 02:59