Addio all'esplorazione umana spaziale?
Un conto sono i filmini di propaganda, realizzati coi ragazzini persi fra sogni e speranze. Un altro sono i programmi realistici, fatti stiracchiando una coperta sempre troppo corta. Perché questa è la realtà della NASA: uno scontro spietato fra i voli pindarici e la squallida realtà. E, secondo il giornale della Florida “Orlando Sentinel”, quest’ultima potrebbe spuntarla. In barba ai ragazzini.
“Non ci saranno lander lunari, né basi sulla Luna. Non ci sarà alcun programma Constellation”, scrive l’“Orlando Sentinel” basandosi su indiscrezioni di fonti anonime (ma autorevoli) nell’Amministrazione Obama. Gossip di provincia? Mica tanto, visto che la polemica si è subito estesa al “New York Times”, al “Wall Street Journal” e a “NASA Watch”.
Quindi niente più astronauti su mondi alieni, dapprima sulla Luna entro il 2020 e poi, negli anni successivi, su Marte. Tutt’al più continueranno ad andare in orbita terrestre, magari spediti non con vettori di proprietà governativa ma con lanci appaltati a compagnie private. E dunque niente Ares I e Ares V e Orion. E tutta l’attenzione verrà concentrata sul nostro pianeta, per il monitoraggio delle risorse e dei mutamenti climatici. Semmai, l’esplorazione del sistema solare verrà affidata alle collaudate ed economiche sonde automatiche.
Perché? Perché l’esplorazione umana costa, ecco perché. La sicurezza degli astronauti ha la priorità massima e impone investimenti tecnologici enormi, neppure paragonabili a quelli di una sonda priva di equipaggio. Il rapporto dal titolo “Seeking a Human Spaceflight Program Worthy of a Great Nation”, commissionato dalla Casa Bianca a specialisti aerospaziali per valutare le possibilità delle missioni umane e reso pubblico nell’ottobre scorso, quantificava i costi per la conquista della Luna in 3 miliardi di dollari all’anno.
Ne vale la pena? Sono in molti a chiederselo. I robot sono in grado di cavarsela egregiamente. Per dire, Opportunity e Spirit sono ancora operativi cinque anni dopo il loro arrivo su Marte, sebbene il progetto iniziale prevedesse solo sei mesi di attività. Se poi una missione fallisce... pazienza: sono soldi, non vite. Certo, l’orma umana sulla polvere aliena suscita emozioni, colpisce l’immaginario individuale e collettivo, consente a ciascuno di immedesimarsi nel pioniere. Ma in questi tempi di vacche magre...
La Casa Bianca ha appena annunciato un taglio alla spesa pubblica. E la NASA è pubblica, perciò anche lei dovrà (forse) subirne le conseguenze. Quindi...
...quindi non resta che aspettare lunedì, quando l’Amministrazione Obama annuncerà la proposta per il budget della NASA nel 2011. Scopriremo così quant’è corta la coperta. E quanta porzione del corpo sarà necessario tagliare per coprire il rimanente.
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Posted in: ASTRONOMIA, FUTURO, MISISONI SPAZIALI, NASA, RICERCA, SCIENZA on sabato 30 gennaio 2010 at alle 08:50