I poli terrestri migrano


 Anche i poli migrano. E durante l'ultimo anno il Polo Nord magnetico si è spostato di 64 km, dal Canada verso la Siberia. Un record quello registrato nel 2009, ma anche un mistero. Le cause di questa migrazione, infatti, restano misteriose e sono da ricercare nei mutamenti che stanno avvenendo nel nucleo terrestre, ancora tutti da interpretare. Da quando, circa due secoli fa, si è iniziato a studiare il magnetismo del nostro pianeta si è osservato che sta cambiando di intensità e direzione. Ma negli ultimi decenni le due variazioni hanno assunto valori del tutto inaspettati.

Anche i poli migrano. E durante l'ultimo anno il Polo Nord magnetico si è spostato di 64 km, dal Canada verso la Siberia. Un record quello registrato nel 2009, ma anche un mistero. Le cause di questa migrazione, infatti, restano misteriose e sono da ricercare nei mutamenti che stanno avvenendo nel nucleo terrestre, ancora tutti da interpretare. Da quando, circa due secoli fa, si è iniziato a studiare il magnetismo del nostro pianeta si è osservato che sta cambiando di intensità e direzione. Ma negli ultimi decenni le due variazioni hanno assunto valori del tutto inaspettati. Per quel che riguarda la mutazione della posizione del Polo Nord magnetico si è scoperto che, a fronte di un movimento di circa 15 Km all'anno che si registrava tra il 1800 e l'inizio del 1900, si è passati, a fine anni Ottanta, a una velocità di 55-60 Km annui, per raggiungere la velocità massima tra il 2008 e il 2009. A questi dati, divulgati nei gg scorsi dall'Istituto di Fisica della Terra di Parigi, si affiancano i rilevamenti pubblicati alcuni mesi fa su Nature Geoscience che riguardano l'intensità del campo magnetico terrestre. Secondo il Centro Nazionale Spaziale della Danimarca, rapidi cambiamenti nei movimenti che avvengono nella parte liquida del nucleo terrestre stanno notevolmente indebolendo il campo magnetico del pianeta. "Queste variazioni sono improvvise e in certe aree della Terra particolarmente evidenti. Nel 2003 sono state molto pronunciate in Australia, mentre nel 2004 sono diventate assai evidenti in Sud Africa. Negli ultimi mesi anche sul Brasile si è aperta un'area ovale dove il campo magnetico è molto più debole rispetto ad altre aree poste alla medesima latitudine", dice Nils Olsen, geofisico, che ha realizzato la ricerca. Ma a cosa può portare tutto questo? "Quelle variazioni potrebbero essere l'inizio di un'inversione del campo magnetico terrestre. Ma attenzione, prima di giungere a questa conclusione è necessario continuare a raccogliere dati", spiega Mioara Mandea del Centro di Ricerche di Geoscienza di Postdam (Germania).
Un'ipotesi di questo genere, comunque, potrebbe avvalorare la tesi di coloro che credono che nel 2012 il campo magnetico terrestre subirà qualcosa di unico, una rivoluzione terrestre da inquadrare in una sorte di fine del mondo. Ma non è così. Le inversioni del campo magnetico, infatti, sono un fenomeno che sul pianeta si è verificato decine e decine di volte, con un ritmo che si aggira attorno ai 600 mila anni. Ora, poichè l'ultima inversione dei poli è avvenuta circa 750mila anni or sono statisticamente un nuovo evento di questo tipo potrebbe anche verificarsi. Va anche detto, però, che nessuno sa quanto tempo è necessario affinchè si attui un'inversione. Questo fenomeno, infatti, potrebbe avvenire nell'arco di pochi anni. Ma anche di alcuni millenni.

Ma intanto quali possono essere le conseguenze a breve termine delle mutazioni subite dai poli magnetici? "La diminuzione dell'intensità del campo magnetico può far sì che le radiazioni provenienti dallo spazio penetrino l'atmosfera con conseguenze che potrebbero farsi sentire sull'elettronica dei satelliti e degli aerei", osserva Mandea. La migrazione del Polo Nord magnetico, invece, può avere conseguenze per chi utilizza ancora le bussole, là dove i satelliti da posizionamento Gps non coprono le aree con sufficiente accuratezza. Per evitare di seguire rotte errate, infatti, è necessario compensare continuamente la variazione della posizione del Polo Nord magnetico rispetto a quello geografico. Ma se per l'uomo la variazione del campo magnetico, almeno nei valori attuali, possono avere conseguenze limitate, le ricadute sul resto del regno animale potrebbero essere pesanti. A cominciare dalla mutazione delle rotte migratorie.

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