Le strane quattro ali di Microraptor


Buon veleggiatore, doveva condurre una vita esclusivamente arboricola non potendo camminare a lungo sul terreno sia per la sua postura sia per le lunghe penne posteriori




Da lungo tempo è in corso un dibattito fra i paleontologi che sostengono che lo sviluppo delle ali e del volo abbia avuto origine in animali primariamente arboricoli come strumento di ausilio per planare e quindi veleggiare da un ramo all'altro, e quanti, mettendo in discussione la funzionalità di quelle prima ali ai fini di un efficace veleggiamento, propendono per un loro sviluppo in animali terrestri corridori.

Ora un gruppo di ricercatori dell'Università del Kansas e della cinese Northeastern University a Shenyang ha messo a segno un punto a favore della prima tesi sviluppando un modello funzionante di un lontano antenato degli uccelli,Microraptopr gui, la cui lunghezza complessiva non superava i 75 centimetri. La caratteristica più singolare di Microraptor è che anche le zampe posteriori erano dotate di lunghe penne rendendo questi arti quasi due ali supplementari.

Come illustrano in un articolo pubblicato sui "Proceedings of the National Academy of Sciences", i fossili straordinariamente ben conservati di Microraptor hanno fornito ai ricercatori immagini dettagliate non solo delle articolazioni dello scheletro ma anche del piumaggio e dei angoli d'innesto, rendendo possibile la costruzione di un modello reale accurato.

"Siamo stati in grado anche di articolare le teste dei femori e mostrare che era in grado di veleggiare", ha osservato David Burnham, uno degli autori dello studio, e con risultati molto migliori di quelli degli attuali "lemuri volanti" (che, a dispetto del nome, in realtà nulla hanno a che fare con i lemuri, essendo dei cinocefalidi).

Dai risultati dello studio risulta inoltre che la postura a 'biplano' e la pesantezza della testa, unite alle lunghe penne posteriori avrebbero reso estremamente arduo a Microraptor restare a lungo in posizione eretta al suolo e camminare, portando alla conclusione che esso doveva condurre un'esistenza esclusivamente arboricola. "Se altri pensano che si trattasse di un corridore terrestre, dovrebbero produrre un modello, metterlo su un tappeto scorrevole e mostrare che era in grado di correre anche con quelle lunghe penne sulle zampe posteriori", ha concluso Burnham.
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