Adroterapia: un super raggio che elimina i tumori

In Italia arriva il raggio invisibile contro i tumori. Sa di fantascientifico, ma è la realtà del nuovo trattamento ora disponibile a Pavia per curare quei tumori ritenuti non operabili o comunque particolarmente resistenti alle normali radioterapie.
Si tratta di un raggio prodotto da un complesso macchinario che proietta fasci di particelle subatomiche in grado di colpire quella categoria di tumori, circa il 5 per cento del totale, refrattari a qualsiasi altro trattamento. A Pavia è stato inaugurato il primo Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, il quarto in assoluto al mondo dopo i due presenti in Giappone e quello di Heidelberg in Germania.
Il nome della tecnica, adroterapia, deriva dal termine “adroni”, che sono appunto le particelle utilizzate, protoni e ioni di carbonio.
L'Istituto italiano di fisica nucleare ha messo a punto il sincrotone che produce gli adroni; si tratta di un acceleratore di particelle che genera ioni di carbonio e protoni. Queste particelle vengono fatte girare all'interno del sincrotone a una velocità di circa 30 mila chilometri al secondo e accelerati fino a raggiungere il livello desiderato dal medico. Una volta raggiunta la velocità adeguata, il fascio viene trasferito alla sala di trattamento, dove un magnete di 150 tonnellate lo curverà e lo indirizzerà sul paziente. Di norma, un trattamento dura due o tre minuti e si compone di una decina di sedute.
Il direttore scientifico della Fondazione Cnao sottolinea però che il trattamento non è da considerarsi sostitutivo della radioterapia convenzionale, ma come una possibilità terapeutica in più da utilizzare in particolare per i tumori più ostici come quelli del sistema nervoso centrale o i melanomi dell'occhio. 
Molti pazienti in tutto il mondo sono stati trattati con questo tipo particolare di terapia ottenendo risultati notevoli. Il suo vantaggio sta nella possibilità di penetrare a fondo nella neoplasia preservando tuttavia i tessuti sani.
Il Centro di Pavia avvierà subito la sperimentazione che si concluderà nel 2011. Dal 2013 in poi, la terapia verrà utilizzata a pieno regime e, secondo le stime, servirà a curare circa 3000 pazienti l'anno.

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