Ecco «Inuk», com'era l'uomo 4 mila anni fa in Groenlandia


Ricostruito il genoma a partire da una ciocca di capelli conservata nei ghiacci

La ricostruzione del viso di  «Inuk» (Nuka Godfredsen/Nature)
La ricostruzione del viso di «Inuk» (Nuka Godfredsen/Nature)
MILANO –
 Fossili di frammenti ossei e una ciocca di capelli rimasti imprigionati nei ghiacci perenni: è ciò che ha permesso a un gruppo internazionale di scienziati di codificare il patrimonio genetico di un nostro antenato preistorico, vissuto circa 4mila anni fa e oggi battezzato Inuk.
INUK – I suoi resti erano stati ritrovati nel 1986 sull’isola di Qeqertasussuk, al largo delle coste occidentali della Groenlandia (dove l’uomo è morto – per cause ancora ignote – quando era ancora in giovane età), e fino a ora conservati presso il Museo Nazionale di Danimarca. Il team di esperti guidati dagli scienziati danesi Eske Willerslev e Morten Rasmussen ha analizzato gli antichi resti, ha mappato il Dna dei capelli e sequenziato così l’80 per cento del suo genoma. In questo modo è stato possibile scoprire numerosi dettagli della vita e dell’identità di Inuk, che apparteneva alla cultura Saqqaq, discendente dalle popolazioni migrate dalla Siberia oltre 5 mila anni fa e la prima ad aver abitato le terre della Groenlandia.
FOTOGRAFIA – L’analisi genetica ha consentito di disegnare un identikit dell’uomo e regalarci così una fotografia di quello che probabilmente era il suo aspetto, e non solo. Inuk aveva la carnagione scura, i suoi occhi erano castani e così pure i suoi capelli, che erano folti anche se a quanto pare il giovane era incline alla calvizie. Si nutriva di uccelli marini e carne di foca, il suo gruppo sanguigno era A+ e sia il fisico che il metabolismo si erano adattati alla vita nel clima artico, nonostante non fossero passate molte generazioni da quando i suoi antenati erano arrivati su quelle terre.

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