Obama dà all’America la prima legge sul clima

Passa alla Camera il piano anti riscaldamento terrestre. Ma gli ecologisti: «Troppo poco»

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON
— L’incipit di una pagina di Storia si può scrivere anche con 7 voti di scarto. Tanto è il stato il margi ne, 219 a 212, con cui la Came ra dei Rappresentanti ha vota to venerdì sera la legge sul l’energia, consegnando a Ba rack Obama una delle più im portanti vittorie politiche dei suoi cinque mesi alla Casa Bianca. Il nuovo ordinamento, che per entrare in vigore dovrà passare l’esame del Senato, im pone per la prima volta negli Stati Uniti limiti alle emissioni di gas-serra e prevede stimoli all’uso delle fonti pulite e soste nibili. Detto altrimenti, l’Ame rica dà il via a una rivoluzione, che affronta il problema del global warming, cambiando il modo in cui la prima econo mia del mondo produce e usa energia. «Un passo coraggioso e ne cessario, che contiene la pro messa di creare una nuova in dustria e milioni di posti di la voro », ha detto il presidente Obama, ricordando che la leg ge, se approvata dalla Camera Alta, «renderà finalmente l’energia pulita la forma più conveniente di energia».

L’American Clean Energy and Security Act pone l’obietti vo di ridurre del 17% entro il 2020(usando come base i valo ri del 2005) le emissioni di Co2 nell’atmosfera. Al suo centro è un meccanismo di «cap and trade», che fissa il tetto globale dei gas serra consentiti, ma consente a industrie, centrali e altri operatori di comprare e vendere i cosiddetti «permessi d’inquinamento». Un numero limitato di questi ultimi verrà istituito dal governo e in parte distribuito gratuitamente in base a criteri, fissati dal Con gressional Budget Office. Il tet to alle emissioni verrà abbassa to progressivamente negli an ni, rendendo più caro acquista re i permessi e presumibilmen te costringendo le industrie a investire su energie rinnovabi li (solare, eolica e geotermale) o più pulite, come la nuova ge nerazione di reattori nucleari o il carbone che non inquina. Se condo il Congresso, la nuova legge costerà in media al con sumatore americano 175 dolla ri l’anno.

Non è stato facile per la Casa Bianca farla passare. Giovedì mattina, Rahm Emmanuel, ca po dello staff e vero stratega di Obama, aveva ammesso a un breakfast con un gruppo di giornalisti che «i voti non ci so no ». Ma nelle 24 ore successive, sotto la regia sua e della Spe aker Nancy Pelosi, il lavorio è stato frenetico. I numeri del te sto sono stati modificati al ri basso. Obama ha trascorso ore al telefono per convincere uno per uno i deputati riluttanti e molti di loro sono stati corteg giati perfino con un invito al l’Iuau, la prima festa hawaiia na organizzata dalla first fami ly giovedì sera nel South Lawn della Casa Bianca. Alla fine il successo è arriva to, sia pur sudato e di misura: per 8 repubblicani che hanno votato con la maggioranza, ci sono stati ben 44 democratici che hanno detto no. Una varie gata ribellione interna, dove si sono ritrovati insieme chi osteggia la legge temendo che possa alienare voti nelle regio ni agricole o dell’industria tra dizionale e chi invece la consi dera troppo timida. E anche gli ambientalisti hanno chiesto una legge più dura contro gli inquinatori e le industrie. Le difficoltà del primo osta colo annunciano un’altra, dura battaglia al Senato, dove ai de mocratici mancano 2 dei 60 vo ti necessari per evitare l’ostru zionismo, ma dove le linee di visorie sull’ambiente sono an che molto trasversali.

Paolo Valentino
28 giugno 2009

Fonte: www.corriere.it

0 commenti, commenta qui: