Aokigahara, la foresta del suicidio
Aokigahara è una foresta che si trova alla base del Monte Fuji, il celebre vulcano giapponese. La traduzione letterale di Aokigahara è "Il mare di alberi", sebbene sia una foresta dalle dimensioni limitate, circa 35 km quadrati.
Aokigahara è caratterizzata da una serie di grotte vulcaniche dal difficile accesso: esplorare queste grotte può rivelarsi estremamente difficile, sia per gli speroni di roccia lavica taglienti sia per il fatto che queste grotte sono spesso ricoperte di ghiaccio per buona parte dell'anno. E' inoltre una foresta fitta e difficile da attraversare, spesso oscura e umida.
La foresta tuttavia non è nota per il suo ecosistema o per la sua intricata rete di grotte: Aokigahara è famosa anche fuori dal Giappone per il numero di suicidiche ogni anno avvengono nella zona.
Si può stimare una media di 30 suicidi ogni anno dalla metà del secolo scorso, con un picco nel 2007, in cui sono stati ritrovati 78 corpi all'interno della foresta.
Sebbene i suicidi degli ultimi anni siano da imputare soprattutto alla crisi economica, che ha decimato posti di lavoro riducendo sul lastrico molte famiglie giapponesi (nel solo 2009 i suicidi sono stati 2.645), Aokigahara sembra essere da sempre il posto ideale per togliersi la vita, tanto da meritarsi il titolo di "posto perfetto per morire".
Fin dal passato Aokigahara è stata circondata da un'aura di mistero: già dal XIX° secolo molti contadini poveri si addentravano nella foresta per commettere suicidio, allo scopo di lasciare la prole con più cibo ed incrementare la speranza di sopravvivenza della famiglia.
Dagli anni '50 del secolo scorso invece, oltre 500 uomini d'affari non hanno fatto ritorno dalla foresta.
Perchè proprio questa foresta? Perchè pare essere la località preferita dai giapponesi per morire?
Uno dei motivi sarebbe quello di morire ai piedi del Monte Fuji. La montagna è considerata sacra e popolata da divinità, e probabilmente molte persone desiderano togliersi la vita in quel luogo nella speranza di entrare a far parte del mondo mistico della mitologia giapponese locale.
Un'altra ragione sarebbe prevalentemente "tattica": la foresta è intricata e fitta; il groviglio di alberi non lascerebbe sfuggire alcun suono, lasciando i suicidi liberi di togliersi la vita indisturbati senza che nessuno possa correre in loro aiuto.
Il record di suicidi di Aokigahara è secondo solo al triste primato del Golden Gate Bridge di San Francisco. Ed è proprio per questo numero di morti che si dice che Aokigahara sia popolata da spettri malvagi ed anime di defunti.
Alcune leggende giapponesi sostengono che le anime delle persone che si sono tolte la vita ad Aokigahara abbiano permeato gli alberi, e che tutt'ora vaghino per la foresta alla ricerca della pace eterna.
Aokigahara è considerato uno dei luoghi più infestati del Giappone; com'è naturale immaginare, attorno a luoghi coinvolti in una sequenza così impressionante di morti nascono come funghi storie di fantasmi e leggende.
Una marea di spiritisti hanno visitato la foresta, affermando che all'interno di essa si possa percepire un'energia malvagia, secondo loro frutto dell' accumulo di sofferenza nel corso dei secoli.
Questa energia malvagia spingerebbe molte persone a togliersi la vita, benchè alcune siano entrate nella foresta senza alcun intento suicida.
C'è chi sostiene inoltre che, in realtà, alcuni dei suicidi non sarebbero tali: ci sarebbe un giacimento di ferro sotterraneo in grado di far impazzire una bussola, e molte persone si sarebbero perse nella foresta proprio per questo motivo, non ritrovando più la via d'uscita e rimanendo intrappolate all'interno del groviglio di cespugli ed alberi di Aokigahara, fino a morire.
Tralasciando ogni spiegazione paranormale e non dimostrata per la sequenza di suicidi ad Aokigahara, rimane il fatto che una quantità impressionante di persone si toglie la vita proprio in quella località. E che nella maggior parte dei casi, quando cioè non si ritrovano soltanto le ossa ma corpi interi (o quasi), si tratta effettivamente di suicidio, per lo più per soffocamento da impiccagione.
Tant'è che si possono avvistare cartelli appesi sugli alberi che avvertono "La tua vita è un dono prezioso dei tuoi genitori" o "Per favore, consulti la polizia prima di decidere di morire!".
Gli abitanti locali dicono di saper riconoscere a colpo d'occhio i tre tipi di visitatori di Aokigahara: escursionisti in cerca di percorsi per il trekking sul Monte Fuji, persone con il gusto del macabro o spiritisti in cerca di entità malevole, oppure anime in pena che non hanno intenzione di fare ritorno.
Nel terzo caso, la popolazione avverte immediatamente la centrale di polizia locale, che inizia le ricerche dopo poche ore.
Ogni anno, dal 1970, viene avviata la "ricerca annuale", momento in cui la polizia locale effettua un rastrellamento della foresta allo scopo di raccogliere i resti dei corpi che sono sfuggiti alle segnalazioni di operai e turisti. Ovviamente a spese dei contribuenti, che devono pagare tasse anche per la sepoltura dei corpi.
Anche le persone che lavorano all'interno della foresta danno una mano nel recupero dei corpi, e non ne sono affatto felici: i cadaveri che si possono trovare all'interno della foresta di Aokigahara sono spesso in avanzato stato di decomposizione, o ridotti a brandelli da animali selvatici.
La procedura di recupero è semplice, ma allo stesso tempo bizzarra: nel caso gli operai addetti al mantenimento della foresta avvistassero un cadavere, devono riportarlo alla stazione di polizia, dove verrà posto in una stanza utilizzata specificamente per le persone che hanno commesso suicidio; fatto questo, giocano a carta-sasso-forbice per decidere chi dovrà spendere la notte a sorvegliare il corpo, spesso in avanzato stato di decomposizione.
Perchè questa sorveglianza di un corpo morto? Anche questo si rifà alla tradizione shintoista giapponese: se lasciato solo, lo "yurei" (fantasma) del corpo di un suicida potrebbe gridare per tutta la notte, e far muovere il corpo spostandolo dal deposito per riportarlo nella foresta.
La foresta dei suicidi di Aokigahara ha anche ispirato un romanzo di Seicho Matsumoto, "Kuroi Kaiju" (Mare nero di alberi), che vede due dei protagonisti commettere suicidio proprio ad Aokigahara.
E' stato inoltre prodotto nel 2004 un film sulla foresta, "Jyukai - Il Mare di Alberi dietro al Monte Fuji", diretto da Takimoto Tomoyuki: racconta la storia di quattro persone decise a suicidarsi all'interno di Aokigahara.
fonte
Posted in: GIAPPONE, MISTERI on venerdì 29 gennaio 2010 at alle 05:22